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Papa Francesco: «fratello degli uomini e di tutto il creato»

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“Era la sera del 13 marzo 2013 quando il cardinale argentino Jorge Maria Bergoglio veniva eletto papa e vescovo di Roma, assumendo il nome di Francesco. Oggi celebriamo dieci anni del suo pontificato, un anniversario significativo per il mondo cattolico, ma anche per l'intera comunità civile, vista l'interazione costante di questo Papa con il mondo sociale e civile contemporaneo”.
Così mons. Celso Dosi ha preso la parola lo scorso venerdì 24 febbraio nell'Aula magna del Seminario vescovile per delineare un quadro d'insieme e i tratti salienti del pontificato di Francesco: sullo sfondo l'immagine del saluto papale alla folla di fedeli in piazza S. Pietro, ad elezione appena avvenuta.

Un'iniziativa organizzata con la collaborazione del CIF (Centro Italiano Femminile) e dei Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia; rappresentati delle rispettive presidenti, Giulia Dalla Volta e Rosella Beoni.
Mons. Dosi è l'assistente ecclesiastico di entrambe le associazioni.

Costruire ponte di incontro e di accoglienza

“Nei giorni successivi alla sua elezione - ha spiegato mons. Dosi - il Pontefice affermava: «è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d'Assisi. È per me l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato». Fin dall'inizio del mistero quindi il Santo d'Assisi è stato di ispirazione per un Papa che da dieci anni parla a credenti e non credenti, cercando di costruire ponti di incontro e accoglienza secondo l'insegnamento francescano”.
Rispetto ai predecessori
- continua il relatore Francesco è il Papa che maggiormente si rifà all'esperienza del Concilio Vaticano II: nelle parole, nello stile, nelle intuizioni. Non è infatti un caso che nel suo primo saluto ai fedeli il vescovo di Roma si sia definito un «fratello nella fede», invitando il popolo di Dio a camminare insieme nel segno del Vangelo, della parola del Signore e della preghiera”.
Tempi non facili quelli che la Chiesa cattolica sta attraversando in Occidente, tra polemiche interne che ne offuscano la credibilità e tendenza ad una sempre maggiore secolarizzazione; eppure i dieci anni di pontificato di Francesco, che ancora oggi gode di una popolarità pari al 70%, lo hanno reso un leader mondiale.“Un riferimento autorevole nelle crisi umanitarie
ha sottolineato il sacerdote , si pensi alla guerra in Ucraina o alla pandemia: la sua preghiera in una deserta piazza San Pietro è rimasta nel cuore di tutti”.

“Dialogo ecclesiale, sinodalità, attenzione al creato, interesse per le periferie, questi i tratti salienti del ministero di papa Francesco elencati da mons. Dosi. Elementi che vanno certamente inquadrati nel contesto non semplice in cui versa la nostra Chiesa cattolica, ma anche nel momento critico in cui Bergoglio ha accolto la propria nomina a Pontefice, dopo le dimissioni di papa Benedetto XVI”.

La fratellanza fra gli uomini e l'attenzione al Creato

Con il “dialogo ecclesiale” papa Francesco riconosce in ogni suo interlocutore un fratello meritevole di ascolto, indipendentemente dalla religione a cui appartiene e dalla storia che gli è propria. “Centrale su questo tema è l'enciclica Fratelli tutti  ha spiegato il relatore , in cui la parabola del Buon Samaritano si fa simbolo della presenza cristiana nel mondo, di un amore che supera frontiere e barriere, concretizzandosi anche in buone pratiche di politica comune. Strettamente connesso al dialogo è l'elemento della sinodalità: il cammino comune di una Chiesa rinnovata e fraterna insieme al suo popolo, nel segno della Parola di Dio.

Dalla fratellanza tra gli uomini a quella verso il creato il passo è breve: l'invito ad una “conversione ecologica integrale” che riequilibri il rapporto tra uomo e ambiente è centrale nell'Enciclica papale Laudato Si'.
“Porre fine al peccato ecologico causato dal paradigma tecnocratico che aggredisce la realtà creata è l'appello lanciato nell'enciclica per ridurre la povertà e porre attenzione ai contesti di maggiore criticità – ha ricordato don Celso. Contesti apparentamene lontani ma da abbracciare con spirito di fratellanza, protagonisti anche dell'Esortazione apostolica Evangelii Gaudium. L'attenzione che il documento riserva alle periferie e ai poveri testimonia la convinzione papale che siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo, come lo stesso Pontefice ha ricordato durante la pandemia”.

Micaela Ghisoni

Nella foto, mons. Celso Dosi, Rossella Beoni, presidente dei Convegni Maria Cristina di Savoia  e Giulia Dalla Volta, presidente del Cif, sezione di Piacenza.

Pubblicato il 28 febbraio 2023

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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