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«Con pandemia e guerra in Ucraina gravi limitazioni alla libertà»

Il dott. Pietro Coppelli e il prof. Renato Cristin 

Un malato piuttosto grave, l’Occidente. E un “medico” (che nella fattispecie è filosofo, professore di Ermeneutica filosofica dell’Università di Trieste) che le idee sulla terapia per guarirlo le ha ben espresse nella sua ultima fatica editoriale: “Quadrante occidentale” (Rubbettino editore), presentata nella serata di oggi 17 ottobre al PalabancaEventi di via Mazzini (Sala Panini), nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza. L’Autore - introdotto dal condirettore generale del popolare Istituto di credito Pietro Coppelli, che al termine ha consegnato all’ospite la Medaglia della Banca in ricordo della serata - ha, dopo aver ripercorso la storia della civiltà occidentale, focalizzato l’attenzione sul concetto di libertà «che ha subìto nei secoli molte trasformazioni, affermandosi appieno con la modernità e diventando - ha spiegato il prof. Cristin - caratteristica principale del quadrante occidentale». La cui crisi da tempo conclamata, ha evidenziato l’oratore, ha oggi il suo principale punto d’esplosione in Asia centrale e precisamente in Afghanistan.

«Proprio in questo momento di crisi acuta - ha sostenuto il prof. Cristin - è necessario non solo difendere, bensì anche rilanciare spirito e azione del quadrante occidentale, espressione che indica in modo figurato il settore cruciale della storia universale, esposto oggi a ondate esterne ed erosioni dall’interno, dove proliferano filocinesi, filorussi, filoislamici, terzomondisti, tutti nemici giurati dell’Occidente, come lo sono tutti coloro che alla “modernità insostenibile” dicono di preferire il “medioevo sostenibile” dei talebani. Ed è proprio su questo infuocato e assurdo palcoscenico che dev’essere affermata la necessità dell’Occidente, il quale va tuttavia rettificato e liberato dalle pastoie ideologiche contemporanee, anche attraverso un’adeguata critica alla modernità stessa che ne espunga gli elementi negativi, giacobini e nihilistici, a partire da quelli anti-identitari, senza però rifiutarla ciecamente».

Il docente e saggista ha poi affrontato due choc della contemporaneità: la gestione della pandemia e la guerra in Ucraina (non citata nel volume, uscito prima dello scoppio del conflitto). Sul primo, il prof. Cristin ha parlato di «libertà pesantemente strapazzata nei Paesi occidentali, tanto da rischiare una deriva che va assolutamente fermata»; sul secondo, a parere dell’illustre ospite «l’Occidente deve difendere la libertà tolta a una nazione e a un popolo (l’Ucraina e gli ucraini) con l’invasione militare (da parte della Russia), perché la libertà, sia essa individuale che dei popoli, è uno dei valori fondanti dello stesso Occidente».

Ma come si affronta la crisi di legittimità (e di legalità) attuale dell’Occidente? «Cercando di governarlo - è la ricetta del prof. Cristin - unendo pragmaticamente, e non tatticamente, liberalismo e conservatorismo. Solo così si può combattere il nihilismo e la crisi d’identità che ha colpito il mondo occidentale».

Agli intervenuti è stata distribuita, al termine della serata, una copia del volume.

Nella foto, il professor Renato Cristin durante il suo intervento al PalabancaEventi.

Pubblicato il 17 ottobre 2022

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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