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«Musica in Sant'Antonino»: la Via Crucis di Liszt con il Coro del Conservatorio Nicolini

basini

Nel segno di una profonda collaborazione tra il Conservatorio Nicolini e la diocesi di Piacenza-Bobbio, prende il via martedì 15 aprile alle ore 21, nella Basilica di Sant’Antonino, la rassegna “Musica a Sant’Antonino”. L’iniziativa si inserisce nel tempo liturgico della Pasqua e propone un dialogo tra musica, spiritualità e riflessione, con al centro la Via Crucis di Franz Liszt, opera intensa e contemplativa, capace di trasformare la narrazione della Passione in un percorso di luce e speranza.
Protagonista della serata sarà il Coro del Conservatorio, formato da oltre 80 studenti, affiancati dai solisti Zhou Zihe (mezzosoprano), Xinglong Liu (baritono) e Muzhenhan Hou (basso). All’organo Michele Mazzoni; la direzione è affidata al maestro Stefano Bommino, docente di Direzione di coro. A guidare la riflessione spirituale sarà don Giuseppe Basini, Vicario della Diocesi, che accompagnerà il pubblico prima e dopo il concerto con meditazioni ispirate alle stazioni della Via Crucis.

La musica come dialogo tra ate, spiritualità e comunità

"L’evento del 15 aprile rappresenta per noi un’occasione preziosa per ribadire il valore della musica come strumento di dialogo tra arte, spiritualità e comunità – ha affermato il presidente del Conservatorio Massimo Trespidi durante la conferenza stampa di presentazione -. Essere presenti in un luogo così carico di storia e significato come la Basilica di Sant’Antonino, nel tempo liturgico della Pasqua, dà un senso ancora più profondo alla missione educativa e culturale del Conservatorio. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa, dal corpo docente agli studenti, fino alla Diocesi di Piacenza-Bobbio per la generosa collaborazione”.


"Abbiamo voluto costruire una proposta musicale che fosse non solo di alta qualità artistica, ma anche profondamente legata al tempo e al luogo in cui viene presentata – ha sottolineato il direttore Roberto Solci -. La Via Crucis di Liszt è un’opera carica di pathos e spiritualità. Per i nostri studenti e docenti, è un’opportunità unica di crescita e confronto, in uno spazio che unisce bellezza architettonica e intensità espressiva”.
“È un’occasione preziosa per avvicinare tutti alla musica sacra e per entrare nel significato profondo di quest’opera di Liszt, che ci accompagna a contemplare la croce non solo come simbolo di sofferenza, ma come manifestazione di un amore radicale, gratuito e incondizionato – ha ricordato don Giuseppe Basini -. Un amore che può diventare luce e senso per la vita di ogni uomo. Questo è, in fondo, il messaggio della Pasqua: la fede che la vita è più forte della morte”.
“La Via Crucis di Liszt è una meditazione musicale che parla direttamente all’anima – ha dichiarato il direttore del coro Stefano Bommino –. È un’opera che unisce rigore compositivo e profondissima spiritualità, capace di coinvolgere chi ascolta in un percorso interiore. Per gli studenti, poterla eseguire in un luogo così carico di significato come la Basilica di Sant’Antonino è un’esperienza che lascia un segno, umano e artistico”.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Nella foto, la presentazione dell'iniziativa “Musica in Sant'Antonino”.

Pubblicato l'8 aprile 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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