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I «ribelli» di Gioia e Romagnosi, una mostra per raccontare i partigiani negli anni della scuola

ribelle

Hanno “pescato” dagli archivi del Liceo Gioia e dell’Istituto Romagnosi le storie “scolastiche” di 45 partigiani che, da adolescenti, sono passati tra viale Risorgimento e via Cavour. Inaugurerà il 16 aprile la mostra multimediale “Gioia Ribelle”, che ha visto collaborare studenti e docenti delle due scuole superiori in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione. Il senso dell’iniziativa è quello di studiare la storia non solo sui libri, ma anche nelle tracce sparse sul territorio e, allo stesso tempo, rendere omaggio alle studentesse e agli studenti che ottant’anni fa combatterono per la libertà. Il progetto è stato presentato martedì 8 aprile dai docenti Iara Meloni (Gioia) e Alberto Rossi (Romagnosi), in rappresentanza del team di professori coinvolti, alla presenza della dirigente del Liceo Gioia, Cristina Capra, di Sabrina Zoni, membro dello staff di vicepresidenza dell’Istituto Romagnosi, e degli studenti Anna Ferrari e Massimo Fariselli (Gioia) e Luca Grandini (Romagnosi).

Le pagelle degli studenti “ribelli”

Le due scuole superiori, entrambe fondate nel 1860, nel pieno del processo unificativo dell’Italia, sono accomunate dalla fortuna di aver conservato integralmente gli archivi che documentano la vita scolastica dall’inizio fino ai giorni nostri. Si tratta di un patrimonio di documenti e storie che ha dato vita nei mesi passati a laboratori didattici e, oggi, a una mostra aperta a tutta la cittadinanza. La mostra racconta le storie di 45 studenti partigiani del liceo “Gioia” e dell’istituto “Romagnosi” attraverso i materiali raccolti negli archivi scolastici. Protagoniste dell’esposizione sono soprattutto le pagelle, che ci parlano di donne e uomini che prima di essere ribelli senza paura erano studenti alle prese con la versione di greco o il compito di economia aziendale. Un modo di avvicinare la storia all’esperienza quotidiana, di renderla più comprensibile e capace di dialogare con le giovani generazioni.

Tra storia e educazione civica

Per i docenti che hanno proposto l’attività (Marisa Cogliati, Elena Gabbiani, Iara Meloni, Matteo Sozzi per il “Gioia”; Benedetta Barbieri, Martina Letterelli, Salvatore Mortilla e Alberto Rossi per il “Romagnosi”) si tratta di un lavoro capace di coniugare storia e educazione civica. Gli studenti imparano a leggere criticamente le fonti storiche, a conoscere la storia del territorio e, al medesimo tempo, a scoprire eventi e protagonisti all’origine della Costituzione repubblicana. Gli studenti hanno risposto al progetto con interesse e motivazione, suggerendo anche ulteriori attività. Anna Ferrari, del liceo classico indirizzo new media, ha realizzato un’istallazione video in cui gli alunni di oggi raccontano le vite e i percorsi scolastici dei partigiani intrecciando, in un confronto tra coetanei distanti ottant’anni, vicende ed esperienze del presente e del passato.

I partigiani

Molte le storie e le biografie che gli studenti hanno recuperato negli archivi. Alcune tragiche, come quelle di Giorgio Gasparini, caduto il 26 aprile 1945 nei combattimenti per la presa di Piacenza, al quale è dedicata un’aula del “Gioia”; di Ugo Paraboschi, militante dell’Azione Cattolica e fondatore dello scautismo piacentino, colpito il 17 novembre 1944 a Gragnano Trebbiense, o Piero Bessone “Iena”, torturato e ucciso dai fascisti a Rio Camia di Bettola. Ma anche storie di speranza: come quella di Luigi Bigna “Tito”, giovane maestro che si prodiga per diffondere idee di libertà ai suoi alunni; di Maria Teresa Fiorani “Resy”, che milita nella Divisione Piacenza e che nel dopoguerra deve lottare contro una mentalità maschilista e conservatrice per ottenere il riconoscimento della qualifica di “partigiana combattente”; o di Cesare Po, ultimo partigiano vivente della III Brigata, che a 100 anni ha ricevuto la propria pagella, scoperta nell’archivio del “Romagnosi” dagli studenti impegnati nel progetto.

Il lavoro degli studenti

“Questa mostra, che abbiamo chiamato Gioia Ribelle – spiega Iara Meloni, docente del Liceo Gioia –, raccoglie le storie degli studenti del Liceo Gioia e dell’Istituto Romagnosi che 80 anni fa hanno scelto di salire in montagna e di unirsi alla Resistenza. È un progetto che unisce l’educazione civica all’insegnamento della storia: per ricostruire queste storie gli studenti hanno lavorato sui materiali, in particolare sulle pagelle che sono conservate negli archivi storici dei due istituti, e quindi hanno potuto mettersi alla prova non solo con lo studio della storia, ma anche con le fonti, e ricostruire 45 biografie di donne e di uomini che 80 anni fa hanno fatto le partigiane e i partigiani”. In mostra ci sarà “tutto quello che di questi ragazzi di 80 anni fa si è conservato negli archivi”. E poi c’è anche un piccolo inserimento multimediale in cui “gli studenti di oggi raccontano le storie e le vicende degli studenti di ieri”.

La collaborazione tra Gioia e Romagnosi

“Il Liceo Gioia ci ha invitati fin dall’inizio a collaborare. Sono stati dei maestri – afferma Alberto Rossi, docente dell’Istituto Romagnosi – siccome avevano già lavorato su queste tematiche l’anno scorso. Noi abbiamo chiesto loro consigli per cercare di lavorare sul nostro importante archivio storico. Ci tengo a sottolineare che quest’anno cadono i 100 anni dall’inaugurazione della sede di via Cavour dell’Istituto Tecnico Romagnosi e il nostro lavoro va quindi a inserirsi anche in questo filone celebrativo. È stato un lavoro complesso, per la prima volta abbiamo condotto una ricerca di questo tipo e, insieme ad altri colleghi, abbiamo cercato di fare il meglio con l’obiettivo di valorizzare un luogo, l’archivio storico del Romagnosi, davvero unico dal mio punto di vista. Speriamo che questa collaborazione possa continuare per progetti futuri”.

Info sulla mostra

La mostra verrà inaugurata il 16 aprile 2025 alle 11 presso il liceo “Gioia” alla presenza delle dirigenti scolastiche delle due scuole (Cristina Capra e Raffaella Fumi), dei rappresentanti delle associazioni e organizzazioni coinvolte (Archivio di Stato, Museo della Resistenza, Anpi) e dell’amministrazione comunale. L’evento è inserito nel calendario ufficiale delle iniziative proposte dal Comune di Piacenza in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Sarà possibile visitare la mostra fino al 9 maggio, su prenotazione al 0523 306209.

Francesco Petronzio

Nella foto: da sinistra Massimo Fariselli, Anna Ferrari (studenti Liceo Gioia), Iara Meloni (docente Liceo Gioia), Cristina Capra (dirigente Liceo Gioia), Sabrina Zoni (staff vicepresidenza Istituto Romagnosi), Alberto Rossi (docente Istituto Romagnosi), Luca Grandini (studente Istituto Romagnosi).

Pubblicato l'8 aprile 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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