Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Il castello, strumento di promozione sociale

Valeria Poli

Sala Panini del PalabancaEventi esaurita in ogni ordine di posti per la storica dell’arte Valeria Poli, che ha presentato il suo ultimo studio dedicato ai castelli del Piacentino (Il sistema castellano nel Piacentino. Criteri insediativi e tipologie architettoniche), pubblicato dalla casa editrice Lir.
«Questo
incontro è un’ulteriore testimonianza dell’attenzione della Banca di Piacenza per la conoscenza del patrimonio storico del territorio», ha sottolineato l’autrice aprendo la conferenza con i ringraziamenti all’Istituto di credito di via Mazzini, rappresentato nell’occasione dal presidente Giuseppe Nenna, dal direttore generale Angelo Antoniazzi e dal vicedirettore generale Pietro Boselli. «Il primo libro pubblicato con la Banca - ha ricordato la studiosa - risale ormai al 1995 e in generale la mia produzione editoriale ha raggiunto la trentina di opere».
Il volume arricchisce gli studi dedicati
dalla prof. Poli alla ricostruzione della storia dell’architettura piacentina dal punto di vista tipologico, alla luce dell’approccio metodologico e disciplinare della storia della città e del territorio.
«
L’indagine, condotta dal punto di vista politico e amministrativo, permette - ha spiegato l’autrice - di identificare la motivazione della ricchezza nell’ambito dell’architettura castellana, che non ha eguali nei territori limitrofi, nelle dinamiche sociali che permettono di identificare il patrimonio architettonico come la testimonianza della promozione sociale che vedrà la trasformazione del ceto mercantile in ceto aristocratico passando dal feudalesimo al neofeudalesimo, testimoniato dalla trasformazione della torre in castello e quindi in villa».

Pubblico numeroso in Sala Panini del PalabancaEventi


La ricostruzione del processo di nobilitazione, alle differenti soglie storiche, permette
poi l’identificazione nel territorio di veri e propri scacchieri, che confermano le dinamiche di controllo, già verificate in sede urbana, da parte delle consorterie gentilizie.
La prof. Poli ha quindi illustrato il funzionamento della società piacentina nel medioevo, con la presenza di quattro “squadre”: due guelfe (gli Scotti e i Fontana) e due ghibelline (i Landi e gli Anguissola), famiglie che ebbero il controllo della città per molti secoli.
Le schede monografiche
del libro, 35, sono state selezionate in virtù dell’identificazione della rilevanza ai fini della ricostruzione della storia e della trasformazione del sistema castellano nel territorio storico piacentino. Sono corredate, quando possibile, dalla planimetria e da alcune fotografie storiche dell’inizio del XX secolo.

Nelle foto, l'incontro con Valeria Poli nella Sala Panini del PalabancaEventi.

Pubblicato il 9 aprile 2025

Ascolta l'audio

Altri articoli...

  1. I «ribelli» di Gioia e Romagnosi, una mostra per raccontare i partigiani negli anni della scuola
  2. «Musica in Sant'Antonino»: la Via Crucis di Liszt con il Coro del Conservatorio Nicolini
  3. Valeria Poli lunedì al PalabancaEventi con il libro sui castelli del Piacentino
  4. Paura, sfiducia, pigrizia: come risvegliare negli italiani la voglia di investire i risparmi
  5. Ingresso agevolato e Arte atelier gratuiti a cura di XNL per le Scuole in visita alla mostra su Giovanni Fattori
  6. «Giornalismo piacentino in buona salute ma nell’informazione non si investe abbastanza»
  7. Guida ai risparmiatori indecisi: incontro al PalabancaEventi
  8. Oltre mille visitatori nel weekend d’inaugurazione della mostra che celebra il bicentenario di Giovanni Fattori
  9. Isrec Piacenza: le iniziative per le celebrazioni dell'ottantesimo della Liberazione
  10. Conservatorio: borse di studio a studenti italiani ed europei
  11. Open Day, l’Università Cattolica si presenta: «Un campus a misura di studente»
  12. Giovanni Fattori, il «genio» dei Macchiaioli: dal 29 marzo la mostra a XNL Piacenza
  13. Il giornalismo piacentino sotto la lente
  14. Il mondo dei giornali raccontato dalla musica: a «Cives» la performance Teojazz
  15. Dal 29 marzo inizia «Primavera ad Arte»
  16. Novara: educare i figli adolescenti e trovare la giusta distanza per farli crescere
  17. «Il sogno di Chiara», spettacolo teatrale in chiesa a San Giorgio
  18. Dal 29 marzo apre la mostra su Giovanni Fattori, il «genio» dei Macchiaioli
  19. Rassegna dialettale, al President la Filodrammatica Ancaranese
  20. Chiara Mantovani: «La maternità è dono di sé, valore femminile da riscoprire»

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente