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Notizie Varie

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Fai, brindisi natalizio a Villa Braghieri di Castel San Giovanni

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La delegazione FAI di Piacenza è organizza il brindisi natalizio nel giardino d’inverno di Villa Braghieri a Castel San Giovanni nella giornata di sabato 14 dicembre dalle ore 17.
La meravigliosa ed elegante Villa Braghieri di Castel San Giovanni sarà la cornice del consueto aperitivo di Natale di raccolta fondi a cura della Delegazione FAI di Piacenza, che, insieme ai Gruppi FAI Giovani, Monticelli d’Ongina e Bobbio, coglierà l’occasione per ringraziare gli iscritti e i volontari della preziosa collaborazione e del continuo sostegno e per augurarsi buon Natale e buone Feste tra visite guidate, arte, musica ed eccellenze enogastronomiche.
Il programma della giornata:
*Visite alla villa: dalle 17.15 due turni di visite guidate nelle sale della villa a cura dei volontari FAI accompagnati da intermezzi musicali di violino e violoncello;
*Mostra: durante l'evento sarà possibile visitare la mostra "Gioielli in fermento" allestita nelle stanze della villa;
*Presentazione  alle 18.30:  Andrea Ambrogio presenterà al pubblico il suo ultimo lavoro "Piacenza: cittadini selvatici (anche) la loro città" realizzato in collaborazione con la Delegazione FAI di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano;
*Aperitivo: dalle 19  le eccellenze della Val Tidone vi attendono per uno scintillante e musicale brindisi natalizio con tante specialità dolci e salate a cura della pasticceria "Il Gelatiere".
Occorre confermare la propria partecipazione entro il 12 dicembre.
scrivendo a piacenza [AT] delegazionefai [DOT] fondoambiente [DOT] it o lasciando il proprio nominativo presso i punti FAI di Piacenza.
Evento aperto a tutti su prenotazione a contributo minimo di 15 € per gli iscritti FAI e 20 € per i non iscritti FAI. Ingresso gratuito per chi si iscriverà al FAI per la prima volta durante l’evento. Possibilità di iscriversi al FAI o rinnovare la propria iscrizione in loco.

Pubblicato il 4 dicembre 2019

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Borgotaro, pranzo conviviale offerto ai poveri

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In occasione della terza Giornata mondiale dei Poveri, la Caritas diocesana di Borgotaro ha accolto l’invito di papa Francesco ed ha organizzato, nei locali della sede Avis, un pranzo conviviale che è stato offerto ai più bisognosi con lo scopo di riunire attorno a un unico tavolo tutta la comunità.
Molte persone hanno scelto di uscire di casa e dedicare la domenica all’incontro con il proprio prossimo, desiderosi di trascorrere del tempo e condividere un pasto per non dimenticare la realtà del mondo che ci circonda. “Anche in una piccola comunità come Borgotaro non mancano le difficoltà – ha affermato il parroco don Angelo Busi, che ha allestito l’iniziativa assieme al presidente del gruppo Caritas Mario Reboli –: è bello vedere che molti si occupano di costruire la vera carità che è vedere Cristo nel mio vicino e, per questo, tendergli la mano con convinzione e generosità di spirito”.
Il pranzo è stato preceduto da una serata di meditazione sul documento del pontefice scritto per la Giornata: formare le coscienze, prima di mettere mano ai problemi, è un punto centrale nell’attività della Caritas locale. Grazie al lavoro sinergico dei volontari, si è realizzata nel concreto la frase del salmista «La speranza dei poveri non sarà mai delusa» (Sal 9,19), con l’invito a proseguire tutto l’anno l’opera di un giorno: l’evento, che ha riscosso un discreto successo, è ormai diventato un appuntamento immancabile anche per coloro che vogliono contribuire alla raccolta fondi del sodalizio caritativo.

Pubblicato il 3 dicembre 2019

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L’ereditä ‘d Feliś conquista il pubblico di Palazzo Galli

 

Felis attori copia

L’Autunno culturale della Banca di Piacenza si è chiuso con convinti e ripetuti applausi indirizzati agli attori che hanno interpretato L’Ereditä ‘d Feliś, dramma di Luigi Illica, tradotto dal meneghino da Enrico Sperzagni ed elaborato per l’occasione da Francesca Chiapponi, regista di questo adattamento, rappresentato a Piacenza per la prima volta nel Salone dei depositanti di Palazzo Galli, in omaggio proprio a Illica (nel centenario della morte) e Sperzagni (nel centodecimo anniversario della nascita, presente in sala il figlio Camillo con la moglie). La serata teatrale è stata introdotta da Robert Gionelli, che ha ricordato come l’iniziativa vada ad aggiungersi alle tante già messe in campo dalla Banca per valorizzare il nostro dialetto: su tutte, il vocabolario Piacentino-Italiano (Tammi), quello Italiano-Piacentino (Bandera), il Prontuario ortografico (Paraboschi-Bergonzi) e il recente volume sui proverbi e i modi di dire (ancora Tammi). Di Illica e Sperzagni, Gionelli ha sottolineato le comuni passioni per il giornalismo e il teatro, ponendo l’accento sulle doti di poeta dialettale di Enrico Sperzagni. Concetto ripreso dal presidente del Comitato esecutivo dell’Istituto di credito di via Mazzini Corrado Sforza Fogliani: «Sperzagni - ha argomentato - aveva un’aspirazione esclusiva: fare poesia con il dialetto, e c’è riuscito. In questo era differente da tutti gli altri, più inclini a scrivere, in versi o in prosa, per divertire. E’ questa un’occasione - ha proseguito - per ringiovanirne il ricordo, anche se la Banca ogni anno, con il Premio Faustini di sua ideazione, contribuisce a che non venga dimenticato».
Il dramma scritto da Illica in meneghino nel 1891, con debutto al teatro dei Filodrammatici di Milano (riproposto nel 1962 al Piccolo), fu appunto tradotto da Sperzagni e rappresentato due volte a Piacenza, al Municipale, con gli attori della Filo: nel 1964 e nel 1981. Racconta la storia di Bianca (interpretata da Lavina Curtoni), una sartina che - delusa dall’amore - si dà “alla vita”; Bianca abita con il padre Feliś (Gianni Sartori), anziano e semiparalizzato che ha perso la ragione per un torto subito. La morte della moglie e la conseguente attitudine al vino condurranno lui e la sua famiglia alla miseria. Nello svolgersi dell’azione il pubblico ha potuto conoscere anche Poldu (Pietro Rebecchi), l’altro figlio del Feliś, sfaccendato e cialtrone; Benilde (Lucia Fortunati), amica di Bianca; Bartinu (Matteo Cornia), timido innamorato di Bianca; Luisa (Lorenza Bardini), mamma di Bartinu; il Ferri (Nando Rabaglia), seduttore benestante; e Tugnétu (Stefano Forlini), uomo di fiducia del Ferri. Accompagnati dalle musiche di Luciano Del Giudice, gli attori sono stati bravissimi a coinvolgere ed emozionare gli
intervenuti, che hanno potuto seguire il recital consultando copia del testo recitato, distribuito all’ingresso.

Pubblicato il 3 dicembre 2019

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Il bello della politica

A Cives l’intervento di Damiano Palano. Il 13 parla il teologo don Maier

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Il corso Cives dell’Università Cattolica da diciannove anni si prefigge il compito di riflettere su temi che sono i grandi interrogativi dell’umanità.
Nell’ultima lezione, alla quale ha partecipato come ospite il professor Damiano Palano, docente di filosofia politica all’Università Cattolica di Milano, si è parlato di politica e del rapporto con la bellezza, una connessione sicuramente non facile da portare alla luce.

Il termine politica, che deriva dal greco politiké, per esteso significa tecnica del governo dello Stato, di questa arte si sono occupati tanti filosofi nella storia: Aristotele, Machiavelli, Hobbes, Locke, Montesquieu, Marx, solo per citarne alcuni e a partire dal XX secolo l’arte della politica è diventata il laboratorio pratico di differenti teorie, sviluppando una moltitudine di sistemi di gestione della cosa pubblica.
Negli ultimi anni la politica - sintetizziamo il suo pensiero - si è trasformata, includendo come soggetto attivo la società civile, fatta di movimenti di opinione, sottraendo così tale concetto all’astrazione delle teorie.
La politica diventa insomma uno degli strumenti d’intervento nella società civile, non solo per chi la pratica attivamente, ma anche per tutti i soggetti facenti parte di una comunità, costituendo in qualche modo il sistema per occuparsi di come viene gestita la cosa pubblica, se necessita anche scendendo in piazza a protestare.
È proprio questa partecipazione che forse costituisce il bello della politica, perché favorisce un arricchimento dell’uomo e lo proietta in una dimensione comunitaria e sociale.
La partecipazione costituisce anche uno strumento educativo, alimentando le virtù civiche di ciascuno di noi.

Prossimo appuntamento con Cives, venerdì 13 dicembre alle ore 20; ospite don Roberto Maier, docente di teologia dell’Universita Cattolica.

Stefania Micheli

Pubblicato il 3 dicembre 2019

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Open Day all’Università Cattolica: un mondo che accoglie

Coinvolti centinaia di studenti delle superiori. Nuovo appuntamento a maggio

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Anche per l’anno accademico 2019/2020, al primo Open Day annuale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza del 28 novembre la parola chiave che si riconferma è accoglienza. Possibilità di registrarsi on line con settimane d’anticipo, accoglienza all’ingresso con un omaggio di brochure e kit per prendere appunti, rinfresco a metà giornata: sono anche questi i particolari che fanno la differenza.
“Dai dati che emergono attraverso le iscrizioni on line, stiamo registrando un aumento delle presenze rispetto alla edizione analoga dello scorso anno, più di 400 studenti delle scuole superiori - afferma Federica Terzaghi, responsabile di promozione, orientamento e tutorato - i ragazzi, durante questa giornata, possono incontrare i docenti, ascoltare le presentazioni dalla voce stessa di chi li ha pensati, sentire le testimonianze di chi sta frequentando e essere guidati nelle informazioni pratiche dai colleghi dell’amministrazione. Le domande più frequenti degli studenti in visita sono per i test di ammissione su cui ora le Università insistono molto, una vera e propria febbre del test si potrebbe dire; sono poi molto interessanti al learning environment, cioè gli stage lavorativi, le esperienze all’estero e infine gli sbocchi lavorativi”.


Il triangolo virtuoso con cui funziona questa Università, da sempre orgoglio del nostro territorio, è formato da didattica, ricerca scientifica e responsabilità sociale, quest’ultima sia da parte dei docenti che dei discenti. Le facoltà si riconfermano Economia, Giurisprudenza, Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali e Scienze della formazione; tuttavia sono stati presentati nuovi corsi che mostrano attenzione e apertura verso le esigenze della società. Protagonista assoluta della mattinata è stato infatti il nuovo corso in Giurisprudenza denominato “5+1”, in cui c’è la possibilità di fare il corso classico di Giurisprudenza e con l’aggiunta di un anno conseguire anche la laurea magistrale in economia, con particolare attenzione, nella formazione del curriculum, a quello che è il mondo digitale. C’è anche un’apertura alla realtà internazionale, come, nella facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari, il nuovo corso di Food Production Management. A fare la vera differenza sono i numeri: il 90% degli studenti dell’Università Cattolica è soddisfatto del suo percorso, mente l’83% lavora a solo un anno dalla laurea.
Il prossimo appuntamento è con l’Open Day di maggio, dove, oltre alle classi quinte, sono attesi anche gli alunni di quarta superiore che stanno iniziando a farsi un’idea per il proprio futuro.

Camilla Quagliaroli

Pubblicato il 2 dicembre 2019

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