“Don, ti voglio vedere!”. Sono le parole di una bambina rivolte per telefono a don Claudio Carbeni, parroco di San Giorgio Piacentino che ha convinto il sacerdote a convertirsi al mondo dei Social in questo tempo di corona virus. “Sicuramente è un periodo - commenta don Carbeni - impegnativo che ci ha presi alla sprovvista e abbiamo dovuto riprogrammare tutto. Siamo entrati in una situazione drammatica, ma dobbiamo cercare di custodire quella speranza che ci caratterizza come cristiani e dire ‘andrà tutto bene’, ma con l’aiuto di Dio”.
La parrocchia di san Giorgio ha pagato un duro prezzo di vite umane.
“La cosa che più mi rattrista - aggiunge don Claudio - è che i familiari non hanno potuto essere accanto ai loro congiunti e nemmeno salutare con uno sguardo, una carezza i loro cari…”. La comunità parrocchiale si è attivata con le celebrazioni trasmesse in streaming sui Social e i vari gruppi di catechismo continuano le attività con le video chat.
Penso che sia la prima volta - afferma il parroco - che nella storia della chiesa si celebri senza assemblea ed è molto problematico perché la nostra dimensione cattolica è fondata sulla comunità”. Però è un periodo in cui il sacerdote sta riscontrando una ricerca di spiritualità da parte delle persone che chiedono di avere uno spunto per la riflessione. Viene inviato ogni giorno nei vari gruppi wattsapp un salmo, il vangelo del giorno, un breve commento e la preghiera in questo tempo di difficoltà.
“Abbiamo fatto - continua don Carbeni - l’atto di consacrazione alla Madonna del Rosario e ci siamo ritrovati uniti anche con la comunità civile. Io stesso ho partecipato al minuto di silenzio davanti al municipio indetto dai sindaci d’Italia e il primo cittadino ha partecipato alla preghiera al cimitero per i defunti voluta dalla Conferenza Episcopale Italiana”.
Sentirsi uniti grazie ai social
Il senso di comunità virtuale - per il parroco - è il modo per sentirsi uniti e si è scoperto l’utilità dei Social che spesso erano usati in maniera poco costruttiva.
Marisa Farina, insegnante di lettere in pensione, è catechista della parrocchia. “All’inizio dell’anno - afferma Marisa - avevamo realizzato il gruppo whatsapp con i bambini e genitori di ogni gruppo di catechesi. Ora ci è tornato molto utile per trasmettere video e preghiere ed anche i bambini ci inviano pensieri, disegni suggestivi e intensi. Farina, insieme ad Annamaria Niccoli e Chiara Cammi, segue i bambini di seconda elementare che sono al primo anno di catechismo. “Sono bimbi - afferma Marisa - che, nonostante le difficoltà del momento, hanno reagito molto bene, lavorano di fantasia e ci mandano dei messaggi di speranza”.
Nella foto, Marisa Farina
La mancanza dell'incontro con Cristo nelle celebrazioni
Anche Andrea Fugazza, componente del consiglio pastorale, ci racconta come questo periodo lo ha molto interrogato e ha sentito la mancanza dell’incontro con Cristo nelle celebrazioni. Il non poter essere vicino - commenta Andrea - nei funerali, alle persone provate dal dolore ha suscitato delle forti domande sul perché di queste scelte delle autorità che consentono la spesa ai supermarket, dove c’è molta più gente rispetto alle esequie. “Questa situazione - aggiunge Fugazza - mi ha creato un dibattito interiore. Il Signore diceva agli apostoli, nel lago in tempesta, di fidarsi di lui, di non avere paura. Tutto questo dove ci sta portando?”. Nel suo lavoro di dottore commercialista, Andrea avverte molta preoccupazione perché già ci sono in Italia 5 milioni di individui sotto la soglia di povertà accertati dall’Istat, ma se si prosegue con queste restrizioni forse tra un po’ saranno il doppio…
La parrocchia - continua Andrea - è impegnata anche nel mandare avanti la casa di riposo, un prezioso servizio verso le persone anziane più vulnerabili. La Caritas distribuisce borse viveri, inoltre la comunità parrocchiale è presente con suoi volontari in associazioni come la Pro loco che ha allestito i banchetti della solidarietà per le famiglie più in difficoltà.
Nella foto, Andrea Fugazza
Riccardo Tonna
Pubblicato l'11 aprile 2020
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