Il nuovo prefetto Patrizia Palmisani ha fatto visita alla Banca di Piacenza, accolta dal presidente Giuseppe Nenna, dall’a.d. e direttore generale Angelo Antoniazzi e dal vicedirettore generale Pietro Boselli. In particolare, la dott.ssa Palmisani - accompagnata dal capo di gabinetto Claudio Giordano - si è soffermata nella Sala del Consiglio di Amministrazione dedicata a Luciano Ricchetti ed arredata esclusivamente con opere di questo grande pittore piacentino (vinse la prima edizione del Premio Cremona, allora il più importante concorso nazionale di pittura), autore dell’affresco che è la silloge della storia e dei principali monumenti di Piacenza. Il prefetto è poi salito alla grande terrazza della Banca, dalla quale si gode di una vista panoramica sulla città a 360 gradi. Alla dott.ssa Palmisani sono stati poi mostrati i locali operativi, dove sono esposte alcune delle opere più importanti della collezione d’arte della Banca. La visita si è conclusa al PalabancaEventi, dove il prefetto ha potuto ammirare Sala Corrado Sforza Fogliani, Sala Panini, la sala dove è conservato Il Balilla di Ricchetti (parte del quadro In ascolto), l’esposizione permanente di Francesco Ghittoni, l’Atlas Major e altre sale poste al primo piano. La dott.ssa Palmisani ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta, complimentandosi per l’ottima cura degli ambienti, caratterizzati dalla coerenza dello stile, nonché per l’organizzazione della sede operativa e del PalabancaEventi («questa banca è veramente un gioiello»), evidenziando altresì l’importanza di una banca locale per il sostegno al tessuto economico piacentino. Al termine della visita il prefetto ha ricevuto in dono alcune prestigiose pubblicazioni dell’Istituto.
Nella foto, Giuseppe Nenna, Patrizia Palmisani, Angelo Antoniazzi, Claudio Giordano, Pietro Boselli.
“Usciremo da questo incontro diversi e grati, perché le parole che sentiremo ci avranno cambiati”. Ha esordito così Paola Brianti, giornalista di “Libertà”, per presentare l’incontro del festival “Transitare” a Calendasco dedicato alla questione palestinese, nel pomeriggio di domenica 28 settembre: ospite speciale Majed Al-Shorbaij, tornato da poco in Italia, insieme a Marco Romeo di Potere al Popolo e a Emilio Rossi del CIAC (Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale) di Parma, che hanno seguito la sua storia. “Ci chiediamo sempre cosa possiamo fare di fronte alla guerra: come si fa a essere un po’ migliori, a non girarsi dall’altra parte?”, ha domandato Brianti presentando la vicenda di Majed, palestinese che lavorava in logistica a Fidenza, e nel 2023 è dovuto tornare a Gaza per assistere suo padre malato. Poco prima di ripartire per l’Italia, l’attentato del 7 ottobre: tutto è cambiato, e Majed è rimasto intrappolato a Gaza, senza poter più ritornare qui.
“Mi viene in mente un’immagine: i pescatori di Lampedusa – spiega Emilio Rossi –. Sono in barca, stanno lavorando, e vedono uno che sta affogando. E lo aiutano senza pensarci due volte, perché è normale, perché è giusto anche se gli aiuti in mare vengono spesso contrastati. Non dobbiamo pensare mai che ci sia qualcuno che farà quello che non facciamo noi: la nostra umanità va messa in gioco sempre. Ognuno può vedere una persona per strada che sta dormendo senza una casa, e può donare una coperta: si può fare molto con pochissimo”. “C’è anche bisogno di qualcuno che racconti le storie, le faccia vivere sulla pelle di chi ascolta – aggiunge Brianti – e non serve essere onorevoli o sedere in Parlamento”. È quello che ha fatto Marco Romeo, con la storia di Majed e della sua famiglia: “La prima cosa che ho fatto è stata, semplicemente, rompere le scatole, come facevo da adolescente – prosegue Romeo –. Ho parlato al sindaco di Fidenza ricordandogli che Majed, suo concittadino, era intrappolato a Gaza e non riusciva a tornare in Italia: insieme ai miei compagni lo abbiamo convinto a fare qualsiasi cosa in suo potere per far conoscere la sua storia. Dopo tante serate, tante iniziative politiche e contatti con varie testate giornalistiche nazionali siamo arrivati al Ministero degli Esteri, che ci ha ascoltati”.
Vivere in guerra
E ha ascoltato la storia di Majed, cresciuto dalla guerra: “Nessuno di noi riesce a spiegare cosa vuol dire vivere una giornata a Gaza – racconta Majed –. Sentire il rumore delle bombe e dei droni, vedere bambini e anziani affamati: le parole non bastano. Sono rientrato a Gaza a settembre 2023, e dovevo ripartire da lì l’11 ottobre ma è stato tutto bloccato. Noi non abbiamo mai vissuto liberi: già da ben prima del 7 ottobre bisognava ottenere un permesso dagli israeliani per uscire dal Paese, ma quella volta era diverso. Mi serviva ottenere un permesso anche dagli egiziani, che chiedevano anche 5000 dollari a persona. Non avevo quei soldi, quindi ho provato a chiedere al consolato italiano a Gerusalemme ma mi hanno risposto che gli israeliani non mi avrebbero mai autorizzato. Allora ho iniziato a fare video, contattare gente in Italia e il CIAC, che conoscevo da anni: tanti italiani mi hanno supportato. Finalmente ad aprile 2025 il consolato mi ha chiamato, per dirmi che potevo uscire da Gaza con mia moglie e mio figlio. Ero molto felice, non riesco a raccontare quella felicità, ma mi ha ridato la speranza”.
Basta poco per fare la nostra parte
“Non c’era cibo, non c’era pane, si viveva con il ronzio dei droni – spiega la moderatrice Brianti –, e suo fratello è stato colpito da un proiettile perché si è avvicinato a un camion che distribuiva la farina. Poi, però, Majed ha conosciuto una ragazza, Lamis. Si sono innamorati, e in mezzo all’orrore è germogliato qualcosa di bello: lei è rimasta incinta. Bisognava fuggire: quando sono tornati in Italia non erano più due ma tre, c’era anche il piccolo Maher. Questa però è una guerra diversa da quelle del 2014 e del 2018: più crudele, non fa prigionieri”. “Sì, perché è un genocidio – argomenta Majed –: ci sono civili, bambini, anziani che vivono nelle case che hanno costruito o comprato con gli sforzi di una vita, e vedono piovere le bombe sulla loro testa. Che colpa hanno? Il 7 ottobre non è colpa loro, la loro colpa è solamente essere palestinesi e vivere nella propria terra”. “C’è una netta differenza tra la reazione popolare di fronte a un popolo sterminato con brutalità e i governi che si piegano agli interessi economici – aggiunge Marco Romeo –. È una guerra che si combatte anche con le parole: quando il significante e il significato si sganciano, diventa 'antisemita' anche un palestinese che per definizione è semita perché ha origine in quella terra. Da un lato c’è un esercito, e dall’altro una popolazione di civili che vive in regime di apartheid”.
“Basta poco per fare la nostra parte: dare una coperta a chi ne ha bisogno; essere un granellino di sabbia che sa disturbare quando serve – ha concluso la giornalista Brianti, con una domanda per Majed che guarda al futuro –. Cosa speri per il tuo bambino?” “Che viva e giochi insieme ad altri bambini, che vada a scuola e studi, senza preoccuparsi dei bombardamenti o dei droni e senza il rumore delle bombe intorno”.
Paolo Prazzoli
Nella foto, l'incontro a Calendasco nell'ambito dell'iniziativa “Transitare” con Majed Al-Shorbaij, tornato da poco in Italia dalla Plastina, insieme a Marco Romeo di Potere al Popolo e a Emilio Rossi del CIAC.
Un hub della ricerca intersettoriale e multidisciplinare che riunisce quasi 200 docenti universitari, 119 ricercatori e decine di dottorandi attivi in 17 centri di ricerca e 6 Dipartimenti: è questo il volto del campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che è stato protagonista anche quest’anno della Notte dei Ricercatori.
Una comunità scientifica di oltre 350 persone che si muove tra agroalimentare e sviluppo sostenibile, economia, diritto, educazione e formazione. Competenze diverse che dialogano e si contaminano, perché le sfide di oggi - dal cambiamento climatico alla gestione delle risorse, dalla transizione digitale alle nuove forme del lavoro - non hanno soluzioni semplici. Richiedono sguardi ampi, idee nuove e il coraggio di anticipare i tempi.
Dietro i numeri c’è un costante investimento in laboratori e strumentazioni di ultima generazione, e soprattutto, in capitale umano. Una combinazione che favorisce lo sviluppo di ricerca di base e applicata, trasferimento tecnologico, progetti condivisi con imprese e istituzioni. Il territorio raccoglie i frutti di questo impegno quotidiano, trasformandosi in un laboratorio a cielo aperto dove l’università incontra le comunità locali e contribuisce a generare sviluppo. Ma il respiro non si ferma ai confini piacentini: i risultati entrano nelle reti di cooperazione internazionale, portando la città al centro di sfide globali perché la ricerca è per sua natura, motore di crescita per il pianeta intero.Il campus piacentino è così non solo un laboratorio di ricerca e innovazione, ma anche un polo di attrazione per centinaia di giovani studenti italiani e internazionali, che scelgono Piacenza per la qualità delle sue facoltà e per un ambiente di studio aperto al mondo.
La Notte dei Ricercatori 2025 è stato l’occasione per avere un “assaggio” di questo patrimonio di saperi. Il programma del campus piacentino ha proposto un ricco calendario di laboratori e incontri pensati per avvicinare il pubblico alla scienza. Dalla magia dei numeri in “Bellezza e matematica” ai percorsi su “Alimentazione sana e sostenibile”, dalle esposizioni dedicate alle malattie delle piante e al ruolo di api e insetti come custodi della biodiversità, fino agli approfondimenti sui microrganismi e la sicurezza alimentare. Non sono mancate riflessioni più sociali ed economiche, come i laboratori di problem solving ed emozioni, le sfide della moda sostenibile, gli incontri su come fare impresa e quelli dedicati al Made in Italy che innova. Un mosaico di iniziative che, tra le navate e gli spazi espositivi dell’ex chiesa del Carmine, che ha contribuito a rendere la scienza accessibile a tutti.
Nella foto, la Notte dei Ricercartori. (foto Del Papa)
Un nuovo corso di formazione per aspiranti volontari Anpas. A ospitarlo l'Auditorium Carrara - sede di Croce Bianca -, primo appuntamento lunedì 13 ottobre - dalle ore 20.30 – data in cui si terranno la presentazione e la prima lezione) dei percorsi formativi rivolti a tutte le cittadine e ai cittadini dal sedicesimo anno di età. Il presidente della Pubblica Assistenza Croce Bianca, Sandro Miglioli invita la comunità piacentina a partecipare alla presentazione dei nuovi corsi di formazione, suggerendo a tutti di intraprendere un'esperienza nel mondo del volontariato, “come momento di crescita personale e di partecipazione attiva al bene della comunità”. Il coordinatore delle emergenze di Croce Bianca, coordinatore di Anpas per la Provincia di Piacenza e membro di Direzione Nazionale, Paolo Rebecchi - prima di illustrare i percorsi formativi suddivisi per tipologie di figure richieste - ha ricordato le peculiarità di Croce Bianca, “punto di riferimento per tutti sul territorio locale”. “Siamo alla ricerca di nuovi volontari che ci affianchino nella gestione delle numerose attività che svolgiamo come Croce Bianca sul territorio piacentino, - anche di tipo non emergenziale -, in risposta alle nuove esigenze della popolazione fragile”. “Durante la serata di presentazione dei nuovi corsi – precisa Anpas - verranno illustrati i cinque moduli formativi per la ricerca dei nuovi volontari, il calendario generale e le modalità di iscrizione. La coordinatrice dei volontari e dei turni di Croce Bianca, Alessandra Grana evidenzia la volontà di ricercare persone di tutte le età - giovani e meno giovani - in supporto a tutti i servizi erogati sul territorio: dalle emergenze ai trasporti ordinari, dalla protezione civile alla sala radio”. Le lezioni si svolgeranno da metà ottobre a inizio dicembre: il coordinatore della formazione di Croce Bianca, Matteo Ghizzoni ricorda la possibilità di svolgere uno o più percorsi contemporaneamente, “grazie alla calendarizzazione del percorso formativo pensata ad hoc per poter frequentare più moduli”.
IL CORSO
Il nuovo corso 2025 per volontari – spiega la nota stampa -prevede cinque moduli formativi:
-aspirante secondo soccorritore per ambulanza: il percorso consente di diventare operatori per trasporti ordinari su ambulanza (accompagnamento a visite mediche e presidio a eventi sportivi e manifestazioni) e/o soccorritori su mezzi di emergenza sanitaria in convenzione con il 118;
-aspirante autista mezzi di trasporto sanitario e/o di emergenza: il corso prevede abilitazioni specifiche per la guida dei mezzi di soccorso e la frequentazione del modulo base per aspirante soccorritore;
-aspirante autista auto e pulmini: le lezioni riguardano la guida di mezzi non in emergenza, quali auto per il trasferimento di esami ematici e pulmini per l'accompagnamento di persone a visite mediche;
-aspirante operatore di Protezione civile interno: il percorso fornisce addestramento per interventi di protezione civile. Al corso seguirà il percorso obbligatorio per l'attività operativa prevista dalla Regione Emilia-Romagna e dal coordinamento nazionale Anpas;
-operatore di sala radio: il corso forma gli operatori per il coordinamento dei servizi e la gestione delle comunicazioni tramite radio.
I cinque percorsi formativi si svolgono di sera, alle ore 20:30, presso l'auditorium Carrara di via Emilia Parmense, 19 a Piacenza. Per info e iscrizione è possibile mandare e-mail per la "pre - iscrizione on line" a: volontari [AT] crocebiancapc [DOT] org, contattare via telefono la Sala Radio al n° 0523 - 614422 (dalle 9 alle 20 dal lunedì al sabato), o chiedere informazioni solo via WhatsApp al numero 3487018759. Croce Bianca Piacenza aderente ad Anpas ha radici lontanissime: nasce sul territorio nel 1906 e offre ogni anno circa 15.000 servizi. Nel 2024 i mezzi in dotazione alla Pubblica assistenza Croce Bianca hanno percorso 315.000 km, svolgendo numerose attività per la comunità: soccorso sanitario in convenzione con il 118, trasporto disabili, dializzati e anziani, servizi sociali, protezione civile, trasporto emoderivati, assistenza ad eventi (sportivi, concerti e manifestazioni locali), prestazioni ambulatoriali presso le strutture adibite, attività ricreative, trucca bimbi e simulazioni. Anpas Croce Bianca collabora con 'Progetto Vita', il primo progetto in Italia di defibrillazione precoce.
Un evento sportivo per raccoglie fondi a favore dell’organizzazione di volontariato Misericordia. A promuovere l’iniziativa benefica, in scena venerdì 19 settembre nella sede del comando provinciale delle fiamme gialle, l’attuale delegato provinciale del Coni, Robert Gionelli e il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Massimo Amadori. La manifestazione “Calcio d’Angelo”, “ha raccolto l’entusiasta partecipazione delle istituzioni piacentine che, oltre a celebrare l’occasione all’insegna dello sport - scrivono gli organizzatori - hanno sostenuto una raccolta fondi a favore dell’Associazione di volontariato La Misericordia. L’associazione, infatti, nota e apprezzata da tutta la comunità piacentina – spiegano - è un’organizzazione senza scopo di lucro, costantemente impegnata nel fornire indispensabili servizi alla persona in ambito sanitario, che è stata colpita recentemente da un incendio che ne ha sottratto gran parte degli automezzi utilizzati per le attività di soccorso”.
L’evento sportivo si è tradotto in un torneo di calcetto misto (uomini e donne) con la presenza di otto rappresentanze sportive delle principali istituzioni del territorio: oltre alla Guardia di Finanza, hanno preso parte anche una aliquota di personale del Comando Provinciale dei Carabinieri, della Polizia di Stato, del Comune di Piacenza, della Provincia di Piacenza, della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Croce Rossa e dell’Anpas. Le squadre partecipanti si sono date battaglia nel rettangolo di gioco, sotto la direzione di arbitri professionisti, in singole partite dalla durata di 15 minuti, con fase a gironi da 4 squadre ciascuna e successiva finale. “Al termine degli incontri – spiegano gli organizzatori - ha prevalso meritatamente la rappresentanza della Guardia di Finanza. Ma in questo caso a vincere è stata soprattutto la solidarietà della Comunità Piacentina, che ha raccolto nell’occasione, la significativa somma di oltre 3.400 euro, devoluta interamente alla Misericordia. L’iniziativa solidale costituisce un segno tangibile di vicinanza alla Comunità locale da parte del Coni e della Guardia di Finanza, quale Forza di Polizia a forte vocazione sociale, nel rispetto della propria tradizione e del patrimonio di valori cui è depositaria”.
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