Pubblichiamo una riflessione di don Giuseppe Tosca, parroco alla Santissima Trinità di Piacenza, sullo slogan che sta spopolando in questi giorni di emergenza causata dal coronavirus. È stata pubblicata su un'edizione speciale de "Il Richiamo", il periodico della parrocchia.
In questi giorni sono apparsi un po' dovunque foglietti post-it con la scritta "andrà tutto bene!".
Una notizia straordinaria! E stata pure riportata da tutti i telegiornali.
Incredibile: centinaia di morti e noi siamo sicuri che "andra tutto bene"?! E siamo sicuri che, anche solo considerando i sopravvissuti, "andrà tutto bene"?
"Piacenza ce la farai!": penso proprio di sì, rna il problema è: "le persone che amo ce la faranno?".
Su che cosa si basano queste affermazioni? Sulla ragione? Impossibile! Sulla fede? Non su quella cattolica, che non è una fede irragionevole e nemmeno una fede consolatoria.
Mi è stato suggerito di andarmi a leggere "La ballata del cavallo bianco" di Chesterton e l'ho trovata straordinana.
Vi si racconta di un re, Alfred il Grande (Wantage, 849- 26 ottobre 899), re del regno anglosassone occidentale del Wessex dall'871 all'899, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Alfred è famoso per la sua difesa del regno contro i danesi (Vichinghi-Normanni), grazie alla quale fu l'unico re inglese ad avere ottenuto l'epiteto di "grande". Fu anche il primo re del Wessex a chiamarsi "re d'Inghilterra". Condusse una lunga guerra contro i danesi che avevano occupato le regioni centrorientali dell'Inghilterra e li sconfisse nella battaglia di Ethandun nell'878.
Chesterton immagina che questo re, circondato da nemici pagani che sembravano invincibili, chiese aiuto alla Madonna:
" ... in nome di questa piccola terra,
di questo piccolo paese che conosco,
chiedo se ciò che è ora, sarà per sempre,
o se i nostri cuori si spezzeranno lieti,
vedendo alla fine il nemico fuggire?
Quando l 'ultimo arco sarà a pezzi, Regina,
e l’ultima lancia sarà stata scagliata,
nel tramonto di un triste cielo verdastro,
brandendo in alto i resti di una croce,
la tiepida erba dell 'Ovest come letto,
ritorneremo a casa alla fine?".
La Madonna gli rispose:
"Non dico nulla per il tuo conforto,
e neppure per il tuo desiderio, dico solo:
il cielo si fa già più scuro
ed il mare si fa sempre piu grosso.
La notte sara tre volte più buia su di te
e il cielo diventerà un manto d'acciaio.
Sai provar gioia senza un motivo,
dimmi, hai fede senza una speranza?".
La Madonna sta dicendo che Alfred non ha vie d'uscita. "Hai fede senza una speranza?" significa: "sai fidarti di Dio, anche se non puoi sperare che le cose vadano come vuoi tu?".
Avere gioia senza motivo, cioè saper gioire per la fiducia che abbiamo che Dio compirà la sua opera, pur rimanendo noi nel buio di una tribolazione, che non lascia sperare che le cose si risolvano secondo la nostra testa.
In altre parole la Madonna sta chiedendo ad Alfred di essere davvero Grande, di avere una fede adulta, non infantile, non paganeggiante. È il pagano che si rivolge a Dio nella speranza di sottometterlo alla propria volontà.
La preghiera di tante persone religiose che chiedono cose a Dio può essere resa così, esplicitando il non detto: "Hai fatto male tutte le cose, Signore, adesso ci hai pure mandato il coronavirus! Allora, ti dico io che cosa devi fare per il bene mio e dell'umanità!".
Prosegue la Madonna:
"Gli uomini dell'Est scrutano le stelle,
per segnare gli eventi e i trionfi,
ma gli uomini segnati dalla croce di Cristo
vanno lieti nel buio. (...)
Ma tu e tutta la stirpe di Cristo
siete ignoranti e coraggiosi,
e avete guerre che a stento vincete
e anime che a stento salvate".
Questa è la fede che la Madonna insegna ad Alfred, questa è la fede che ci fa grandi agli occhi di Dio.
I veri credenti "vanno lieti nel buio" perché come bambini si fidano del loro Padre che è nei cieli, ignoranti perché incapaci di prevedere il futuro, ma coraggiosi di quel coraggio proprio di Cristo che, obbedendo al Padre, è entrato nella morte e l'ha vinta.
La fede cattolica non è una fede consolatoria, ma ci permette di attraversare il male e la morte, sperimentando la vita.
"Gli uomini dell'Est studiano le pergamene,
per conoscere i destini e la fama,
ma gli uomini che hanno bevuto il sangue di Cristo
vanno cantando di fronte alle ingiurie”.
Don Giuseppe
Pubblicato il 16 marzo 2020
Ascolta l'audio