Quaranta ragazzi del dopo-cresima più uniti che mai
In questi mesi di quarantena, il tempo è passato in modo strano un po’ per tutti noi: le ore si trascinano dando vita a giorni così simili tra loro, che spesso ci ritroviamo a fare confusione con le date. Considerando che quando si è giovani si ha l’impressione che il tempo scorra ancora più lentamente, essere un teenager ai tempi del Covid19 non dev’essere facile.
Lo sa bene Arianna Beltrami, catechista di Caorso, che assieme al marito e ad altre due coppie di educatori segue quaranta ragazzi del dopo-cresima, tutti tra la terza media e la prima superiore (nella foto, durante una vacanza autogestita nella scorsa estate).
Un gruppo coeso
“È un gruppo molto coeso, – racconta – sono giovani abituati a fare tante cose assieme, perciò fin da subito abbiamo pensato di formare una chat Whatsapp per mantenere i contatti. Oltre alla situazione della quarantena già pesante di per sé, è anche mancato il papà di uno dei ragazzi, non di covid, e in seguito per il virus qualcuno ha perso i nonni”.
Nel cercare di dare un senso ad ogni giornata affrontando il lutto, la tristezza, e poi il disagio o la noia, l’aiuto della fede è importante, e ancor più prezioso il conforto di una comunità con cui condividere i propri valori.
“Abbiamo proposto di pregare”
“In un’età in cui venire al catechismo è una scelta e non più un obbligo – spiega l’educatrice - abbiamo voluto proporre momenti di preghiera che fossero soprattutto un’occasione per tirare fuori le proprie emozioni. I ragazzi si sono inventati un appuntamento quotidiano che ironicamente chiamiamo il “Rosario dei pigri”, perché è una versione ridotta di quello tradizionale. Ogni sera alle 21, a turno, si decide l’intenzione: hanno pregato «Per i defunti delle famiglie», «Per le mamme in attesa», «Per il Papa, il vescovo e il nostro don Franco (Cattivelli, parroco di Caorso, ndr)», oppure «Per i medici e il personale ospedaliero»,«Per i malati»”.
Dalle canzoni di Battiato alla storia dei santi
“Un'altra cosa che facciamo è cercare di offrire tutti i giorni uno spunto di riflessione, un input da cui possa nascere un confronto sulle proprie impressioni o sensazioni. Magari raccontiamo qualche storia di Santi (i Pastorelli di Fatima, Santa Teresa, San Francesco, e poi Santa Caterina, o anche Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta) oppure ci ritroviamo a parlare di amicizia partendo da una vignetta dei Peanuts, o dell’infinito dalla poesia di Leopardi. Abbiamo mandato anche testi di Rodari o Benedetto XIV, canzoni di Battiato e Nicolò Fabi, poesie di Alda Merini, Ungaretti, Don Giussani... Storie per l’anima, leggende o tradizioni, ma anche foto fatte dai ragazzi o pensieri personale su cui soffermarsi per un piccolo raccoglimento e confronto”.
La preghiera domestica è una tradizione che molte parrocchie hanno ripreso. I ragazzi di Caorso ad esempio, in occasione della Pasqua, hanno “aspettato la mezzanotte con un cero acceso e letto il vangelo della Veglia Pasquale”.
Don Cattivelli: “La preghiera aiuta a stare uniti”
Gli educatori sono in contatto anche con i genitori dei ragazzi, che a loro volta “formano un gruppo affiatato”.
Una comunità parrocchiale, quella di Caorso, viva e unita e che ha saputo coinvolgere i più giovani. Tuttavia, come sottolinea don Franco Cattivelli “la gente sente la mancanza della messa. Penso sia giusto ridare la possibilità ai fedeli di partecipare alla funzione domenicale... Lo streaming? Noi l’abbiamo adottato solo per il Triduo Pasquale, ma non abbiamo continuato perché l’impegno andava oltre le nostre possibilità. Certo, in questo momento stare uniti con la preghiera è fondamentale, non credo però si possa andare avanti così: per le modalità della celebrazione cercheremo di adeguarci, si vedrà poi, ma ritengo sia necessario e spero che presto si possa tornare alla normalità”.
Laura Parmeggiani
Pubblicato il 4 maggio 2020
Ascolta l'audio