Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

«Fol in Fest», a luglio il corso internazionale di musica a Ferriere

Fol in fest Ferriere ediz 25

“Un’esperienza artistica ed educativa unica e un’opportunità straordinaria anche per il territorio”. Così è stato presentato il corso internazionale di musica del Maestro Uri Chameidis che si terrà a Ferriere dal 7 al 20 luglio prossimi, ospitato all’interno della quarta edizione del Fol in Fest, la rassegna della montagna promossa oltre che dal comune dell’Alta Val Nure, da Ottone, Morfasso e Alta Val Tidone quale Ente capofila. A presentare il corso, presso la sala consiliare “Giovanni Malchiodi” del municipio di Ferriere, insieme al maestro Chameidis, sono stati il sindaco Carlotta Oppizzi e Massimo Polledri, direttore scientifico del festival.

Giovani artisti a Ferriere

“E’ un grande piacere e un onore poter ospitare nel nostro paese un progetto internazionale di grande valore quale quello curato dal maestro Chameidis – ha detto il sindaco nel dare il benvenuto –. L’auspicio è che anche i giovani di Ferriere, i turisti e i villeggianti che a luglio animeranno il nostro paese possano venire coinvolti dalle emozioni dell’arte”. Il corso, le cui iscrizioni sono ufficialmente concluse, ma che è aperto alla possibilità di accogliere nuovi “studenti” che volessero partecipare anche solo per una prova, “con un occhio di riguardo ai residenti del territorio”, porterà a Ferriere dal 7 al 20 luglio una trentina di giovani artisti, tra i 6 e i 13 anni circa di cui una parte stranieri. “L’unicità di questo corso, giunto alla sua 39° edizione – spiega Uri Chameidis che ne è l’ideatore, il curatore e il direttore artistico – è l’approccio. Non considero la musica un mestiere ma un’arte e per questo voglio lasciare libertà di espressione. È un corso dove interagiscono bambini e ragazzi di età diversa, dando vita quindi a un’esperienza di comunità e condivisione unica, e dove l’elemento per me imprescindibile è la multidisciplinarietà”.

Non solo musica

Non solo musica nella giornata tipo dove si saranno lezioni individuali e collettive, di coro e di concerto, ma anche arti figurative e teatro. Nel corso delle due settimane i giovani artisti terranno anche alcune prove ed esibizioni pubbliche “di tutto ciò che hanno appreso durante il corso – continua Chameidis – Non c’è nulla di preparato prima. All’inizio dei corsi si valutano le volontà dei partecipanti sugli strumenti che vorrebbero imparare o approfondire e si costruisce insieme il percorso di studio. Ma non mancheranno momenti di svago, di gioco e certo succederà che le famiglie in particolare nei fine settimana, raggiungeranno i figli animando ancora di più questo splendido territorio”. “Il Fol in Fest ha colto subito questa opportunità – sottolinea Massimo Polledri – nella convinzione che la montagna abbia molto da dare per il nostro futuro e lo può fare soprattutto grazie ai giovani. Per questo dopo il progetto con l’Università che ha portato all’elaborazione di valide idee di start up imprenditoriali sulle aree interne, la possibilità di avere un corso internazionale sulla musica e sull’arte ci è parso subito un’occasione per mantenere vivo lo spirito e l’obiettivo della nostra rassegna. Ringrazio quindi il sindaco Oppizzi per la disponibilità dimostrata insieme alle strutture pubbliche e private di Ferriere che saranno coinvolte. Come Festival seguiremo lo sviluppo di questo progetto con attenzione con la speranza che Ferriere possa diventare sede fissa del corso anche per gli anni a venire integrandosi con il tessuto sociale ed economico del territorio”.

Nella foto, la pesentazione del Festival di musica che si terrà in luglio a Ferriere.

Pubblicato il 19 maggio 2025

Ascolta l'audio

Sottocategorie

  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

    uslam


    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

    Ascolta l'audio

    Conteggio articoli:
    5

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente