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Povertà: come aiutare le persone a ricostruire una propria autonomia

rizzi magnaschi

Il Centro Culturale Incontriamoci ha organizzato una serata alla Sala della biblioteca della parrocchia San Vittore della Besurica dal titolo: “Vite al limite. Percorsi di povertà e vulnerabilità nella società di oggi”. Ospiti il dott. Paolo Rizzi, professore di economia applicata e marketing territoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e il dott. Massimo Magnaschi, sociologo e responsabile dell’area promozione Caritas e dell’osservatorio delle povertà della Caritas diocesana. Ha condotto l’incontro Luigi Gazzola, cancelliere del tribunale di Piacenza.

Paolo Rizzi: la situazione locale della povertà

“La povertà estrema - dice il professor Rizzi - ovvero la situazione di chi è costretto a vivere con circa due dollari al giorno nel mondo, è sicuramente nel tempo andata migliorando, almeno sino alla pandemia: in paesi come l’Africa molto meno, mentre nel mondo occidentale oggi è quasi inesistente. In aumento invece la povertà assoluta, ovvero lo stato delle persone che percepiscono un reddito che non permette di avere una vita dignitosa, in Italia sono in questo stato circa 5 mln di persone. Esiste poi il “rischio di povertà”, stato che riguarda circa il 23% degli italiani. Piacenza è una città che tutto sommato sta meglio di molte altre, ci sono però forme nuove di vulnerabilità, portate ad esempio dall’emigrazione non qualificata, dai disagi psichici, dalle persone prive di relazioni emotive stabili, senza lavoro, senza casa e poi c’è il dramma della prostituzione violenta, che vede coinvolte molte giovani donne provenienti in prevalenza dalla Nigeria. Riscontriamo poi aree cosiddette grigie, parliamo ad esempio di un fenomeno diffuso nella nostra città, sopratutto nell’ambito della logistica dove esiste una catena di appalti e subappalti che crea lavoratori poveri. Per risolvere questi problemi servono politiche nazionali efficienti, si era adottato il reddito di cittadinanza, che sicuramente aveva dei limiti enormi sopratutto per le frodi perpetrate e per lo scarso collegamento con il mondo del lavoro, ma costituiva un sussidio economico per molte famiglie in difficoltà. Ora è stato adottato l’assegno d’inclusione, che riguarda però solo le persone non occupabili, portando il nostro paese molto indietro rispetto al resto dell’Europa. Queste misure, seppur utili, non sono però la soluzione, bisogna innanzitutto evitare lo sfruttamento dei lavoratori, riequilibrare i salari almeno in ambito pubblico, risolvendo in parte il problema della distribuzione delle ricchezze. Bisogna inoltre accompagnare le persone vulnerabili ad avere un lavoro, una casa e a ristabilire relazioni, per aiutarle a ricostruire una propria autonomia attraverso progetti di recupero”.

 Massimo Magnaschi: volontariato e tessitura di legami 

“Il nostro territorio per fortuna è ricco di volontariato, che costituisce una colonna portante del sistema di assistenza. Ci sono competenze e responsabilità differenti ma ognuno di noi può concorrere per il benessere del territorio. La qualità della vita cambia per tutti se c’è un sistema che aiuta e soccorre i disagi. Le persone che si presentano ai nostri servizi sono differenti, alcune sono assolutamente prive di qualsiasi risorsa, senza dimora, senza lavoro, senza famiglia e che cercano di accedere alla mensa e ad un dormitorio. Poi ci sono persone che hanno un reddito, che però non è sufficiente al sostentamento: sono coloro che hanno lavori in nero o sottopagati, con contratti precari. Infine ci sono le persone vulnerabili, quelle che non possono permettersi imprevisti come la rottura dell’auto che serve per recarsi al lavoro, queste sono a rischio di povertà e spesso sono costrette a scelte alimentari scarsamente nutritive, che a lungo andare compromettono lo stato di salute. Il nostro obbiettivo è quello d’incontrare le persone che hanno dei bisogni, tenendo conto inoltre che la povertà non è solo un fatto economico, ma può essere anche sofferenza e disagio psicologico, oltre che scarsezza culturale ed educativa. Purtroppo oggi siamo attraversati da dinamiche individualiste ed il tema della solitudine riguarda tutte le categorie di persone, compito di ciascuno di noi è quello di costruire un tessuto di comunità che rappresenta un ingrediente fondamentale per chi necessita di aiuto, perché possa ricevere solidarietà. L’accompagnamento verso l’autonomia fa uscire dall’assistenza ma è evidente che si tratta di un impegno molto faticoso. La tessitura di legami propria delle comunità è una priorità per il nostro futuro, più le persone hanno luoghi di aggregazione che permettano di sviluppare relazioni, più si creano luoghi capaci di offrire sostegno nei momenti di difficoltà, sia a livello emotivo che concreto.

Stefania Micheli

Nella foto, Massimo Magnaschi, Paolo Rizzi e Luigi Gazzola.

Pubblicato il 19 maggio 2025

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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