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Gli insegnanti di religione a convegno: educare è responsabilità e speranza

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Una giornata intensa di confronto e formazione, svoltasi il 6 settembre, ha riunito, nel Salone degli Arazzi del Collegio Alberoni, gli insegnanti di religione cattolica della diocesi di Piacenza-Bobbio. Il convegno, promosso dall’Ufficio di Pastorale Scolastica diocesano, si è svolto all’insegna del tema ”Educare come atto di speranza”.

Ad aprire i lavori è stato il direttore dell’Ufficio Scuola diocesano, Claudio Ferrari, che ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento come occasione di crescita comune e di rilancio della missione educativa. Ferrari ha anche rivolto un ringraziamento speciale a due insegnanti che hanno raggiunto il traguardo della pensione dopo quarant’anni di servizio: Ester Capucciati e Aurelia Riccardi (nella foto sopra, con il prof. Fedeli al centro e il prof. Ferrari).

Capucciati, prendendo la parola, ha voluto restituire l’esperienza di una vita in cattedra: «L’insegnamento è un lavoro stimolante – ha detto – e in questi anni ho ricevuto molto più di quanto ho dato, perché i ragazzi ti costringono a dare le ragioni di quello che dici». La docente ha poi aggiunto che al centro della sua esperienza c’è stata sempre la figura di Cristo, irradiata anche attraverso la sua “povera” testimonianza di vita.

La scuola come speranza

Dopo una prima parte di lavori di gruppo tra docenti, la mattinata è entrata nel vivo con la relazione di Carlo Fedeli, professore associato di Storia della pedagogia all’Università di Torino.

Un viaggio tra pedagogia, spiritualità e attualità scolastica. È quello che ha proposto Fedeli che ha aperto la sua riflessione interrogandosi sulla natura stessa della lezione, richiamando le parole del pedagogista Raimondi: non semplice trasmissione di contenuti, ma dialogo e ricerca comune tra docenti e studenti, in cui anche il silenzio diventa parola, come capacità di ascolto. «La scuola – ha osservato – non è il luogo dell’autorità che cala dall’alto, ma lo spazio dove si innescano processi che fermentano nel tempo».

Dal piano didattico, l’intervento si è poi spostato su quello spirituale. Citando Abramo e il poeta Charles Péguy, Fedeli ha parlato della speranza come virtù fragile ma decisiva, la più difficile e al tempo stesso la più potente: quella che guarda e ama ciò che sarà. Una speranza che non si fonda solo sulle risorse umane, ma sulla sproporzione tra i nostri limiti e la grazia di Dio.

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L’immagine dell’iceberg

Sul presente della scuola, il professore ha evocato l’immagine dell’iceberg. In superficie i temi che fanno notizia – il divieto dei cellulari, il peso dell’intelligenza artificiale, i problemi di organico – ma sotto il livello dell’acqua restano questioni profonde, come l’uscita incompiuta dal trauma del Covid. «La pandemia – ha spiegato – ha costretto a una digitalizzazione improvvisa, ma la vera riscoperta è stata la gioia del ritorno in presenza, perché la scuola è innanzitutto luogo di incontro e di crescita».

Scuola: luogo di relazione

Al centro, resta la figura dell’insegnante. Con Tolstoj, Fedeli lo ha descritto come colui che sa leggere la domanda negli occhi dell’alunno; con papa Francesco, come un “essere incompiuto”, aperto e quindi attrattivo. «Insegnare – ha ribadito – significa sempre più condividere esperienze, non solo trasmettere nozioni».

Il discorso si è chiuso con una nota teologica: l’educazione, come la fede, nasce da un incontro personale. Non da un’idea o da una formula, ma da un volto e da una parola che ci chiamano. Anche Gesù, nell’Ultima Cena, offrendo il boccone a Giuda – ricordava papa Leone – ha compiuto un estremo gesto d’amore e di speranza.

Educare, allora, è questo: restare nella scuola come luogo di relazione, custodire la speranza, e credere che ogni incontro possa aprire un futuro.

Impegno e passione nelle aule scolastiche

Nel pomeriggio i partecipanti sono tornati a lavorare in laboratori di gruppo, momento di confronto concreto sulle sfide quotidiane dell’insegnamento. La giornata si è conclusa con una sintesi collettiva e le comunicazioni finali del direttore Ferrari, che ha ringraziato i presenti per l’impegno e la passione che continuano a portare nelle aule scolastiche.

Un convegno – è stato sottolineato – che ha riaffermato come l’insegnamento della religione è una vera e propria testimonianza di speranza per le nuove generazioni.

Riccardo Tonna

Nelle foto, l'incontro degli insegnanti di religione alla Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni.

Pubblicato l'8 settembre 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

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    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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