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Africa Mission, il sogno di don Vittorione prende forma tra i campi del Karamoja

Carlo


Don Vittorione - don Vittorio Pastori - aveva un sogno grande, radicato nella concretezza del Vangelo: accompagnare i più poveri, i più dimenticati - il popolo del Karamoja, nel nord-est dell’Uganda - lungo un cammino di crescita, sviluppo e riscoperta della dignità umana.
Per lui, la carità non era un’emozione, ma un gesto quotidiano, una responsabilità viva. Per questo ha dato vita a una struttura solida, capace di trasformare quel sogno in realtà: Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo.
Una realtà che, da oltre 50 anni, lavora sul campo per costruire segni tangibili dell’amore di Dio e della solidarietà tra fratelli. Durante un recente viaggio in Uganda, ho avuto la grazia di vedere con i miei occhi che quel sogno continua a vivere. Nonostante le difficoltà, qualcosa sta cambiando. Qualcosa sta davvero crescendo.

Al lavoro per la terra

Uno dei segni più belli e significativi l’ho trovato nei campi: la presenza diffusa di aratri trainati da buoi. Può sembrare poco, ma per il Karamoja è un passo enorme.

I Karimojong, tradizionalmente pastori seminomadi, vent’anni fa non avrebbero mai pensato di usare buoi per lavorare la terra.

Si prepara la semina

Oggi, grazie a un lungo lavoro di formazione e accompagnamento - portato avanti anche dalla nostra missione - quell’immagine è realtà. Ed è diventata simbolo di sviluppo, di riscatto, di futuro.

Sono arrivato in Karamoja proprio all’inizio della stagione delle piogge, visitando diversi villaggi nei distretti di Moroto e Napak. Non mi era mai capitato di trovarmi lì durante la preparazione del terreno per la semina, e ne sono rimasto profondamente colpito.
Ho visto uomini, donne, bambini al lavoro nei campi. Tutti insieme, impegnati con aratri semplici ma efficaci. Non un evento isolato, ma una presenza capillare, anche nei villaggi più legati alle tradizioni, dove ogni innovazione arriva lentamente. 

lavori

I progetti di sviluppo anche grazie all’8 per mille

In quelle stesse zone, dove per oltre due decenni abbiamo portato avanti progetti di sviluppo - grazie al sostegno dei nostri benefattori, dell’AICS e della CEI con l’8x1000 - ho visto uomini zappare la terra, spingere l’aratro, tornare al villaggio con il giogo sulle spalle.

E ho capito il valore di questa immagine: gli uomini che un tempo erano soltanto pastori o guerrieri, oggi scelgono di impugnare la zappa, non il fucile. Un cambiamento silenzioso, ma rivoluzionario. È stata una profonda gioia. Una conferma che la nostra presenza, con pazienza e fedeltà, inizia a portare frutto.
Il lavoro di tanti missionari, operatori, volontari e amici ha aperto sentieri nuovi, offrendo al popolo karimojong alternative vere, opportunità concrete. E la comunità sta imparando a camminare su quelle strade.
Per noi è un incoraggiamento grande. Per tutti i volontari, i benefattori e gli amici di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo: andiamo avanti con fiducia. Perché dove c’è carità, seminata con amore e costanza, prima o poi la vita fiorisce.



Carlo Ruspantini,
direttore di Africa Mission


Nelle foto, Alcune immagini del direttore di Africa Mission Carlo Ruspantini in Uganda.

Pubblicato il 16 giugno 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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