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Il generoso servizio del diacono Pierluigi Marchionni

 marchionni


Nella chiesa cittadina di San Paolo il 4 aprile si sono svolti i funerali del diacono Pierluigi Marchionni, morto improvvisamente mercoledì 2. Ordinato diacono nel maggio 1985, Marchionni ha svolto il suo servizio pastorale nella parrocchia guidata prima da mons. Adriano Dozza e poi da mons. Bruno Perazzoli (oggi il parroco è don Riccardo Lisoni) e poi in diocesi in aiuto ai diversi vescovi: Manfredini, Mazza, Monari e Ambrosio.
I funerali sono stati presieduti dal vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio che nell’omelia ha ricordato la persona e l’opera di Pierluigi.
Di seguito l’omelia di mons. Ambrosio.


Carissimi fratelli, carissime sorelle
desidero innanzi tutto porgere le più sentite condoglianze alla moglie Anna, al figlio Paolo con la moglie Marika e i nipoti Elena e Leonardo da parte del nostro vescovo Adriano, da parte mia e da parte della comunità diaconale della nostra Chiesa diocesana.
Il diacono Pierluigi mi ricordava sempre gli anniversari di onomastico o di compleanno dei suoi familiari, e in particolare mi ricordava quelli dei cari nipoti: era lieto di comunicare queste ricorrenze, anche per chiedere una preghiera per i suoi familiari.

La dedizione di Pierluigi
Oltre alla dedizione di Pierluigi per la sua famiglia, conosciamo tutti la sua grande dedizione alla famiglia ecclesiale, alla sua comunità parrocchiale fin dai tempi di mons. Dozza e poi di mons. Bruno Perazzoli e di don Riccardo. Il suo servizio si è esteso alla comunità diocesana, svolgendo il suo ministero diaconale soprattutto nel mettersi a disposizione dei vescovi, fin dai tempi di Mons. Manfredini.
In modo del tutto particolare è stato molto generoso il servizio impegnativo e faticoso che ha donato a me nel mio ministero episcopale. Poi, anche se con l’età più avanzata e con problemi di salute, ha continuato a servire il nostro vescovo Adriano, soprattutto al mattino, partecipando alla celebrazione eucaristica celebrata dal vescovo nella sua cappella. Così è avvenuto anche lunedì scorso. Se per la sua famiglia e per tutti noi è motivo di sofferenza la scomparsa così repentina di Pierluigi, la sua vita di servizio e di dedizione sia motivo di preghiera fiduciosa: questo nostro fratello possa partecipare alla Pasqua eterna.

Guardando alla Pasqua
Stiamo per concludere il cammino di Quaresima, in attesa della festa della Pasqua di risurrezione, il giorno del Signore, la celebrazione della piena alleanza con Dio. Cristo, che è la nostra Pasqua, ci invita a fare memoria della sua Pasqua, cioè a credere, a celebrare e a vivere l’evento che ha cambiato la nostra storia umana: Gesù ha donato la sua vita per noi, è morto in croce ed è risorto, vincendo la morte. È questa la buona novella, è la grande notizia. Gesù ci ha aperto la strada verso la vera e definitiva terra promessa, il Regno di Dio.

L’annuncio della risurrezione
Lasciamoci ispirare dalla Parola del Signore che illumina la nostra preghiera di suffragio per il diacono Pierluigi.
La prima lettura ci introduce nel mistero della Pasqua: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti”, afferma l’apostolo Paolo. ha vinto la morte, è risorto ed è il primo dei risorti: la sua risurrezione diventa la risurrezione di quelli che sono di Cristo, uniti a lui. Cristo risorto ci assicura che coloro che credono e sperano in Lui vivranno con Lui per sempre. Nella consolante speranza della luce pasquale che illumina l’oscurità della morte, sia fiduciosa la nostra preghiera per questo fratello: l’affidiamo alla misericordia del Signore, sapendo che il suo nome è scritto in cielo, come Gesù disse un giorno ai discepoli (cfr. Lc 10,20). Pierluigi è stato battezzato nell’acqua e nello Spirito e la grazia del sacramento del battesimo l’ha segnato durante tutta la sua vita, si è reso disponibile a servire il Signore e i fratelli vivendo con gioia il suo diaconato: ora viene associato indissolubilmente al mistero pasquale del nostro Signore e Salvatore. La nostra preghiera di suffragio si lasci ispirare dalla preghiera di Gesù che loda e ringrazia il Padre: “Ti rendo lode e grazie, Padre, signore del cielo e della terra”, dice Gesù. Anche noi, con Cristo, ringraziamo il Padre con la semplicità del cuore, diciamo il nostro grazie deponendolo sull’altare unendoci al rendimento di grazie del Signore Gesù. Rendiamo grazie a Dio, datore di ogni bene, per il dono di questo fratello che ha creduto e sperato nel Signore ed è stato per noi un esempio di fede e di servizio.

Gesù chiama a sé gli umili di cuore”
Il contesto in cui Gesù rivolse la sua preghiera di lode al Padre era problematico perché proprio le città da lui evangelizzate e nelle quali aveva compiuto segni grandi, come Corazin e Betsaida, non avevano dato segni di conversione. Era un’ora difficile, di prova per la missione di Gesù. Ma l’evangelista Matteo sottolinea che proprio in quella circostanza Gesù lascia sgorgare dal suo cuore l’inno di lode e di gratitudine perché ai piccoli e ai poveri il Padre ha donato la sapienza del cuore che sa accogliere il Figlio amato che si è fatto servo. In quell’ora di prova, Gesù, dopo aver lodato il Padre, rivolge ai suoi ascoltatori un invito: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Gesù chiama a sé gli umili di cuore, quelli che desiderano vedere il volto di Dio Padre per vivere bene la vita di figli, in comunione con Lui e con i fratelli e le sorelle. Questo è stato il vivo desiderio di questo nostro fratello che ha concluso la sua vita terrena. Sia accolto tra le braccia del Padre e possa così cantare in eterno il suo “grazie”, in comunione con Cristo e con i fratelli e le sorelle che accolgono e seguono il suo vangelo. Amen.

Nella foto, i funerali del diacono Pierluigi Marchionni nella chiesa di San Paolo.

Pubblicato il 4 aprile 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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