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Quarta Parete. «La teoria delle scarpe» in scena al San Matteo

Scarpe L

Venerdì 22 e sabato 23 marzo al Teatro San Matteo è in programma lo spettacolo “La teoria delle scarpe”, un testo dell’autrice romana Patrizia Palese; è una commedia agrodolce, sviluppata in un ambito familiare, sfaccettato e intriso di umori che spesso vanno in conflitto. Ciascun personaggio teme di non essere ascoltato e compreso e la convivenza risulta di conseguenza in certe occasioni difficoltosa.
Ascoltare le ragioni di tutti diventa sempre più complicato. “I parenti sono come le scarpe”, dice Silvana, personaggio attorno a cui ruotano tutti i componenti della famiglia, “più sono stretti e più fanno male”. Da qui si dipartono piccole situazioni quotidiane. Un’occasione per sorridere, a volte amaramente, ma anche per riflettere sul senso della vita e sul senso di solitudine che spesso attraverso il nostro quotidiano.
Partecipano allo spettacolo Anna Gallazzi, Stefania Gennari, Daniele Righi, Guglielmo Pozzi, Fabrizio Lucini, Chiara Facchini, Carmen Landolfi, Gianmarco Zanelli, Gisella Torselli, Paola Vincini, Cristina Bagnalasta, Lorelle Carini.
Presenza essenziale (del cui apporto non vogliamo svelare la sorpresa) è quella del violinista Giovanni Casati. L’assistenza tecnica è affidata a Fabio Camoni, Stefania Zanfrisco, Fausto Anselmi e Giovanna Tanzi. La scenografia è stata curata da Guglielmo Pozzi.
Lo spettacolo “La teoria delle scarpe” è solo il primo dei tre appuntamenti di Quarta Parete all’interno della rassegna Teatro e Oltre. Quarta Parete presenterà altri due spettacoli l’11 maggio (“Una storia fortunata”) e il 22 maggio, con “Passepartout”, lo spettacolo del laboratorio di Quarta Parete di quest’anno.

Pubblicato il 19 marzo 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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