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Sforza Fogliani, un grande piacentino generoso, coerente e coraggioso

Pietro Boselli Marzio Dallagiovanna Maria Antonietta De Micheli Franco Scepi e Mauro Palladini davanti alla scultura 

Con coerenza e generosità ha dedicato ogni istante della sua vita nella costruzione di un futuro migliore per il territorio e la società a cui apparteneva”. Così un passaggio della motivazione per l’assegnazione alla Banca di Piacenza, in memoria di Corrado Sforza Fogliani, della scultura “L’uomo della Pace” di Franco Scepi per iniziativa della Fondazione Gorbaciov. Motivazione (il testo integrale è pubblicato in calce all’articolo) letto dal vicepresidente dell’Associazione Mauro Palladini nel corso della cerimonia di consegna che si è tenuta al PalabancaEventi (Sala Panini) alla presenza della moglie del compianto Presidente Maria Antonietta De Micheli.

Interventi di saluto sono stati portati dal vicedirettore generale della Banca Pietro Boselli (che dopo i ringraziamenti di rito ha ricordato come Fondazione Gorbaciov e Segretariato permanente dei Nobel per la Pace già lo scorso anno avessero donato alla Banca - sempre in omaggio a Sforza Fogliani - il quadro di Franco Scepi Verdi è vivo, collocato nella Sala Verdi del già Palazzo Galli) e dall’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Christian Fiazza (che ha parlato di «premio doveroso e dovuto» per come Sforza Fogliani «ha sempre difeso con coraggio i valori della libertà»).

Il presidente della Gorbaciov Foundation Marzio Dallagiovanna ha quindi ricordato la nascita dell’Associazione, avvenuta nel 1998 per volontà di Michail Gorbaciov e che ora ha la sua attività più caratterizzante nel supportare l’organizzazione dei Summit mondiali dei premi Nobel per la Pace che riuniscono periodicamente i laureati e le organizzazioni Nobel per la Pace «al fine di elaborare progetti e soluzioni che indichino a capi di stato, politici e all’opinione pubblica internazionale nuove forme di convivenza tra i popoli basate sulla pace, sulla tolleranza e sul rispetto dei diritti della persona; e nel valutare, proporre e supportare le candidature meritevoli al Premio». Il dott. Dallagiovanna ha spiegato come i primi Summit siano stati organizzati annualmente a Roma fino al 2006, poi la loro convocazione è stata demandata al Segretariato Mondiale dei Premi Nobel, trasferitosi a Piacenza nel 2017 (e di cui Marzio Dallagiovanna è vicepresidente). Summit si sono tenuti a Parigi, Berlino, Hiroshima, Chicago, Varsavia, Bogotà, Merida, Seul. Attualmente si sta valutando la possibilità di realizzare il prossimo a Doha, in Quatar. Il relatore ha anche ricordato che nel 2018 una delegazione di Primi Nobel ha conferito a Piacenza il titolo di “Città mondiale di costruzione di Pace”. «Oggi in questa splendida cornice - ha affermato il dott. Dallagiovanna - celebriamo l’assegnazione del Men For Peace Award (attribuito in passato a personalità quali Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia) a un grande piacentino, un caro amico che è sempre stato vicino alla Fondazione Gorbaciov e al Segretariato, di cui è stato componente in qualità di advisor».

Franco Scepi ha raccontato la genesi dell’opera, risalente a un colloquio avuto con l’allora arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla. L’immagine raffigura un volto androgino, chiuso nel muro delle intolleranze politiche e religiose, dalla cui sommità una colomba trascina via falce e martello, simboli del comunismo che in seguito vennero tolti. Prima di essere plasmato e divenire monumento, l’immagine fu adottata da Franco Scepi per realizzare il manifesto del film L’uomo di marmo del regista polacco Andrzej Wajda (amico di Wojtyla). «Il valore dell’opera - ha sottolineato Scepi - non è solo artistico ma investe la sfera sociale e politica e rappresenta il senso della libertà».

Prima della lettura della motivazione, molto apprezzato l’intermezzo musicale del trio d’archi messo a disposizione da Rinascimusica. Monica Bertuzzi (violino), Beatrice Aramu (viola) e Vieri Giovenzana (contrabbasso) hanno proposto danze rinascimentali, l’Inverno di Vivaldi, e colonne sonore di Ennio Morricone e Nino Rota.

Una commossa prof. De Micheli ha preso infine la parola mandando un «grazie Corrado» al marito, in segno di gratitudine per quanto di buono ha fatto durante la sua intensa vita.

La scultura verrà collocata nel Salone operativo della sede centrale della Banca, in via Mazzini.

LA MOTIVAZIONE DELL’ASSEGNAZIONE DEL PREMIO

La scultura dell’artista piacentino Franco Scepi, che viene oggi assegnata come riconoscimento d’onore in memoria dell’avv. Corrado Sforza Fogliani, è un’opera ormai simbolo universale del valore della pace. Il suo valore evocativo delle tragedie della storia, che hanno attraversato il secolo scorso e che ritornano amaramente a funestare l’umanità già provata dalla terribile piaga della pandemia, si coglie nello sguardo muto e dolente del soggetto raffigurato. In occasione di una recente mostra al museo Magi 900’ di Pieve di Cento, un noto critico d’arte ha acutamente accostato l’opera di Scepi alla Guernica di Picasso, essendo ispirato l’Uomo della Pace, segno indelebile come quello di Picasso, allo stesso dispotico desiderio di pace nella libertà.

Per volontà dell’artista, la Fondazione Gorbaciov ha voluto dedicare l’opera al compianto Presidente Corrado Sforza Fogliani, uomo dal raffinato ingegno, insigne avvocato e giurista, banchiere lungimirante, profondo esperto d’arte e cultore di tradizioni storiche civili. Con coerenza e generosità ha dedicato ogni istante della sua vita nella costruzione di un futuro migliore per il territorio e la società a cui apparteneva.

Liberale di profonda e coerente convinzione, ha sempre difeso il valore della persona e l’autonomia di pensiero come fondamenta stesse della nostra civiltà, ponendosi spesso come voce coraggiosa e dissonante che trascendeva i luoghi comuni, non desiderava compiacere alcuno, ma voleva essere fedele ai principi in cui credeva e soprattutto a quelli della democrazia e della pace.

Ha inteso la Banca di Piacenza non come una istituzione soltanto finalizzata alla raccolta del risparmio e all’erogazione del credito - attività, peraltro, fonti di sviluppo e ricchezza per gli imprenditori e i risparmiatori della nostra terra - ma principalmente come una potente risorsa per la promozione della vita culturale della provincia, consapevole che una comunità trova nella conoscenza e nella consapevolezza delle proprie radici, lo strumento per la crescita e lo sviluppo anche economico. Con il suo impegno Piacenza è stata collocata e mantenuta in un ambito culturale spesso di dimensioni nazionali e internazionali.

La dedica apposta sulla targa del riconoscimento “INSTANCABILE DIFENSORE DELLA LIBERTÀ E DELLA GIUSTIZIA COME GARANZIA DI UN FUTURO DI PACE PER TUTTI” intende rappresentare il nostro sentimento di commosso rimpianto e di riconoscenza verso Corrado Sforza Fogliani.

Nella foto, da sinistra, Pietro Boselli, Marzio Dallagiovanna, Maria Antonietta De Micheli, Franco Scepi e Mauro Palladini davanti alla scultura.

Pubblicato il 26 febbraio 2024

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  • Un libro per capire le differenze tra cristianesimo e islam e costruire il dialogo

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    “La grande sfida che deve affrontare il cristianesimo oggi è di coniugare la più leale e condivisa partecipazione al dialogo interreligioso con una fede indiscussa sul significato salvifico universale di Gesù Cristo”. Con questa citazione del cardinale Raniero Cantalamessa si potrebbe cercare di riassumere il senso e lo scopo del libro “Verità e dialogo: contributo per un discernimento cristiano sul fenomeno dell’Islam”, scritto dal prof. Roberto Caprini e presentato di recente al Seminario vescovile di via Scalabrini a Piacenza grazie alle associazioni Confederex (Confederazione italiana ex alunni di scuole cattoliche) e Gebetsliga (Unione di preghiera per il beato Carlo d’Asburgo).

    Conoscere l’altro

    L’autore, introdotto dal prof. Maurizio Dossena, ha raccontato come questa ricerca sia nata da un interesse personale che l’ha portato a leggere il Corano per capire meglio la spiritualità e la religione islamica, sia da un punto di vista storico sia contenutistico. La conoscenza dell’altro - sintetizziamo il suo pensiero - è un fattore fondamentale per poter dialogare, e per conoscere il mondo islamico risulta di straordinaria importanza la conoscenza del Corano, che non è solo il testo sacro di riferimento per i musulmani ma è la base, il pilastro portante del modus operandi e vivendi dei fedeli islamici, un insieme di versi da recitare a memoria (Corano dall’arabo Quran significa proprio “la recitazione”) senza l’interpretazione o la mediazione di un sacerdote. Nel libro sono spiegati numerosi passi del Corano che mettono in luce le grandi differenze tra l’islam e la religione cristiana, ma non è questo il motivo per cui far cessare il dialogo, che secondo Roberto Caprini “parte proprio dal riconoscere la Verità che è Cristo. Questo punto fermo rende possibile un dialogo solo sul piano umano che ovviamente è estremamente utile per una convivenza civile, ma tenendo sempre che è nella Chiesa e in Cristo che risiede la Verità”.

    Le differenze tra le due religioni

    Anche il cardinal Giacomo Biffi, in un’intervista nel 2004, spiegò come il dovere della carità e del dialogo si attui proprio nel non nascondere la verità, anche quando questo può creare incomprensioni. Partendo da questo il prof. Caprini ha messo in luce la presenza di Cristo e dei cristiani nel Corano, in cui sono accusati di aver creato un culto politeista (la Santissima Trinità), nonché la negazione della divinità di Gesù, descritto sempre e solo come “figlio di Maria”. Queste divergenze teologiche per Caprini non sono le uniche differenze che allontanano il mondo giudaico-cristiano da quello islamico: il concetto di sharia, il ruolo della donna e la guerra di religione sono aspetti inconciliabili con le democrazie occidentali, ma che non precludono la possibilità di vivere in pace e in armonia con persone di fede islamica. Sono chiare ed ampie le differenze religiose ma è altrettanto chiara la necessità di dover convivere con persone islamiche e proprio su questo punto Caprini ricorda un tassello fondamentale: siamo tutti uomini, tutti figli di Dio. E su questo, sull’umanità, possiamo fondare il rispetto reciproco e possiamo costruire un mondo dove, nonostante le divergenze, si può convivere guardando, però, sempre con certezza e sicurezza alla luce che proviene dalla Verità che è Gesù Cristo.

                                                                                                   Francesco Archilli

     
    Nella foto, l’autore del libro, prof. Roberto Caprini, accanto al prof. Maurizio Dossena.

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