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I veri grandi della storia: don Ubaldo Magistrali e la sorella Dina

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Hanno lavorato sodo i ragazzi delle scuole di Gragnano per riscoprire la figura di don Ubaldo Magistrali, sacerdote classe 1915, che nel 1943 da parroco di Roccanuova di Varsi nel parmense salvò 12 ebrei, fra i quali anche un rabbino. L’amministrazione comunale di Gragnano, guidata dalla sindaca Patrizia Calza, insieme al Consiglio comunale dei ragazzi ha voluto dedicare al sacerdote una targa nel Giardino dei giusti in via don Milani. È lui l’unico piacentino citato a Gerusalemme tra i Giusti delle nazioni, cioè tra i non ebrei che hanno salvato un ebreo durante la follia nazista nel secolo scorso.

Patrizia Calza: ci serve la speranza per agire senza paura

Nella vita - sintetizziamo il pensiero della sindaca Patrizia Calza - niente è scontato, tutto dipende da noi, dalle scelte che facciamo. Come recita il Talmud nella tradizione ebraica, chi salva una persona salva il mondo intero. Tutti siamo responsabili degli altri; solo la coscienza di questa responsabilità ci aiuta a uscire dall’ignavia e dalla paura che paralizzano la nostra azione. La speranza, come diceva il presidente della Repubblica Ceca, Václav Havel, dissidente e perseguitato politico sotto il regime comunista, non entra in gioco solo quando si sa con certezza che tutto andrà bene, ma è la forza che aiuta ad agire anche quando non si sa come andrà a finire. Così ha fatto don Ubaldo con la sorella Dina, prima nascondendo e poi aiutando a espatriare dodici ebrei. “Se dovremo morire, moriremo insieme”, fu la frase decisa e lapidaria di don Ubaldo.
All’inaugurazione della targa Anna Timoni, sindaca dei ragazzi di Gragnano, e Greta Prevedini, consigliera comunale dei ragazzi, hanno tracciato un profilo storico del sacerdote. Fra i presenti, anche il sindaco di Ziano Manuel Ghilardelli, Fabrizio Franzini, assessore a Borgonovo, e l’assessore del Comune di Alta val Tidone Giovanni Dotti.

Il Vescovo: “Dio è una roccia”

Il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha benedetto la targa dedicata a don Magistrali collocata su una roccia. Accanto alla targa del sacerdote, i nominativi degli altri giusti: il campione di ciclismo Gino Bartali e cinque carabinieri: Carlo Ravera, Osman Carugno, Enrico Sibona, Giacomo Avenia e Giuseppe Ippoliti. Mons. Cevolotto ha precisato che quando nella Bibbia si parla di Dio si usa anche l’immagine della roccia. “Nei momenti di instabilità e di buio tutti cerchiamo punti d’appoggio. Dio potrà essere la nostra roccia”. Don Ubaldo - ha detto ancora - aveva accanto a sé una sorella, Dina, che è stata per lui una presenza importante che ha condiviso i suoi gesti eroici.

Elena Camminati: il compito educativo degli adulti

La dirigente scolastica Elena Camminati ha ringraziato di cuore la sindaca Calza, gli insegnanti e gli studenti per il lavoro compiuto. “Stiamo vivendo - ha aggiunto - un momento delicato per la non facile trasmissione dei valori che contano da una generazione all’altra. Come adulti dobbiamo vivere fino in fondo questo nostro compito educativo, ne va del futuro di questi ragazzi”.

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Il Prefetto: la pace dipende da tutti noi

La pace dipende da tutti noi - ha detto il prefetto Paolo Ponta -, dal rispetto che avremo per il nostro vicino di banco o di casa, per la questione della parità di genere. La pace nasce dalle nostre scelte quotidiane. I “giusti tra le nazioni” in Italia e nel mondo, cioè le persone che hanno salvato ebrei perseguitati dai nazisti, non sono solo coloro il cui nome è scritto a Yad Vashem di Gerusalemme;, sono sicuramente molti di più.

Marco Bergonzi: i giusti sono tornati alla loro vita quotidiana

Marco Bergonzi, presidente di Acer, da sempre attento a queste tematiche, ha sottolineato che i giusti, autentici eroi, dopo la loro opera di salvezza realizzata, sono tornati alla di tutti i giorni con grande umiltà, facendo le cose di sempre. I giusti sono sempre pronti a uscire allo scoperto per dare il meglio di sé quando ancora una volta nella storia il male sembrerà prevalere sul bene.

Chi era don Ubaldo

Don Ubaldo Magistrali, nato nel 1915, morto nel 1997, contribuì, con la sorella Dina, a salvare un gruppo di 12 ebrei dall’arresto e dalla deportazione. Aveva solo 28 anni e da tre era parroco a Roccanuova di Varsi. Alla fine di luglio del ‘43, in piena seconda guerra mondiale, i nazifascisti battevano il territorio alla ricerca degli ebrei. Don Ubaldo accolse in canonica il rabbino Elia Fargion con la sua numerosa famiglia (in tutto 12 persone) e li salvò dalla deportazione facendoli fuggire in Svizzera. A lui è già intitolata la scuola primaria di Ziano. I nomi delle persone salvate sono Sarina Agiman in Treves, Ventura Agiman in Fargion, Elia Fargion, Clemente Fargion, Lina Fargion, Angelo Fargion, Linda Fargion in Treves, Alberto Treves, Edith Treves, Massimo Treves, Noemi Dolly Treves e Liliana Treves.
La ricerca storica compiuta dai ragazzi di Gragnano ha permesso di sapere che don Ubaldo, battezzato a Montalto di Ziano, non è nato in quello stesso paese ma a Cesura di Nibbiano.

Nelle foto: un momento dell’inaugurazione della targa con la sindaca Patrizia Calza, il vescovo mons. Adriano Cevolotto, i rappresentanti del Consiglio comunale dei ragazzi e le autorità; il prefetto Paolo Ponta e la sindaca Calza con le signore Elisabetta, Patrizia e Valeria, parenti di don Ubaldo Magistrali.

Pubblicato il 7 marzo 2025

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