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Vittime abusi. Il Vescovo: crescere in umanità, in tutta la sua bellezza

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Il Kintsukuroi, l’arte giapponese di aggiustare ciò che si è rotto, è stata al centro della riflessione di mons. Cevolotto durante la Veglia nella III Giornata Nazionale di Preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, che si è svolta, il 18 novembre, nella chiesa di san Vittore, nel quartiere della Besurica a Piacenza.

Ritrovare la bellezza perduta

Nella sua meditazione il Vescovo ha evidenziato come il Kintsukuroi è una tecnica usata nelle cultura giapponese per riparare crepe, fessure, di oggetti rotti con l’inserimento di oro. “Un vaso riparato - ha affermato mons. Cevolotto - riesce in, questo modo, a mostrare la sua fragilità che viene esaltata dall'oro, che rappresenta la forza di resistere. Così quel vaso, quel piatto, quell'oggetto può continuare ancora a svolgere la propria funzione”.

Per aggiustare le cose - ha spiegato il Presule - viene usata la bellezza dell’oro che nell'iconografia orientale rappresenta Dio, il quale interviene per ricreare l’unità compromessa. “È proprio questo che chiediamo - ha aggiunto mons. Cevolotto - nella preghiera, per chi è stato vittima di abusi, di trovare anche con i propri occhi, la bellezza perduta, grazie all’amore di Dio, che lo raggiunge proprio nella sua ferita”.

Ricollegandosi poi alla pagina evangelica di Matteo che ricorda di essere sale e luce della terra, il Vescovo ha sottolineato come è necessario conservare l’integrità del sale, attraverso le relazioni tra ogni persona, tra le diverse generazioni, e verso chi è più indifeso... “Con il sale della sapienza, - ha rimarcato il presule - cioè con lo sguardo con cui Dio si rivolge ad ogni realtà creata, dobbiamo tessere le nostre relazioni. La sapienza, - ha aggiunto - è l’amore singolare di Dio verso il creato. E la luce, dopo il sale, equivale alla volontà che niente rimanga nascosto, che tutto sia coraggiosamente manifestato. L'opera, che come Chiesa italiana stiamo promuovendo in questi anni, - ha concluso mons. Cevolotto - cioè di ambienti, di stili e di relazioni tutelanti, possa diventare un dialogo di corresponsabilità, uno stimolo per crescere ovunque in umanità, in tutta la sua bellezza”.

I gesti significativi

L’intensa e suggestiva preghiera è iniziata con un momento di riflessione sul buio dello scandalo: Dove eravamo quando abbiamo lasciato spazio a una libertà arbitraria. Quando abbiamo tollerato o addirittura giustificato l’incuranza del debole? È l’interrogativo posto ai presenti per esprimere una richiesta di perdono davanti a Dio che si è manifestata nel gesto di intingere la mano nell’acqua benedetta e fare il segno della croce.

L’altro gesto significativo è stata la benedizione dei sacchettini di sale con l’immagine della giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi. I sacchettini sono stati poi distribuiti ai presenti come invito a vivere nella quotidianità la ricerca e la promozione del bene, dando sapore alla vita nella sua bellezza.

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Custodire, ascoltare e curare

Infine la dott.ssa Chiara Griffini, Referente del Servizio Diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, ha ringraziato i rappresentanti delle istituzioni cittadine, presenti alla preghiera, sottolineando l’importanza di lavorare insieme, come chiesa e società civile, per contrastare il male e promuovere il bene, ciascuno a seconda delle proprie responsabilità. Griffini ha condiviso la sua esperienza di incontro con papa Francesco, nell’udienza con tutta la rete della Chiesa italiana che si occupa della salvaguardia dei minori. “Il Papa - ha detto la referente diocesana - ci ha consegnato tre parole: custodire, ascoltare e curare. Sono le parole che affidiamo a ciascuno di voi, perché davvero possano entrare nella quotidianità della vita, accompagnando concretamente chi lavora nella tutela dei piccoli e dei fragili”.

Combattere gli abusi

Il tema "La Bellezza Ferita" ha rappresentato il punto focale della serata, suscitando profonde emozioni nei partecipanti che hanno colto il valore della bellezza in un mondo segnato da esperienze traumatiche e sofferenze. Attraverso letture, canti e momenti di silenzio, la Veglia ha invitato i presenti a unirsi in preghiera per le vittime, i sopravvissuti e per un cambiamento radicale nelle dinamiche sociali e istituzionali. La preghiera ha permesso a ciascuno di meditare sul proprio ruolo nel promuovere una cultura di rispetto, dignità e protezione per ogni persona, specialmente per i più vulnerabili. È stato un momento intenso di riflessione, preghiera e solidarietà per manifestare amore e supporto verso coloro che hanno subito violenze, ed ha promosso la consapevolezza e l'importanza di combattere gli abusi in tutte le loro forme.

Riccardo Tonna

Nelle foto, la veglia di preghiera per le vittime e sopravvissuti agli abusi celebrata in San Vittore.

Pubblicato il 19 novembre 2023

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