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L’Erbario dipinto di fra Zaccaria a RAI 5

1 Erbario dipinto di Fra Zaccaria tavola con tavola aloe

Il Collegio Alberoni e il suo eccezionale patrimonio artistico, di nuovo al centro dell’attenzione di RAI 5.
Dopo il rosso dell’Ecce Homo di Antonello da Messina, la quarta puntata della serie I colori dell’arte dedicata al verde, in onda mercoledì prossimo 8 marzo alle ore 21.15, nell’ambito del programma Art Night condotto dal noto attore Neri Marcorè, vedrà infatti, tra i capolavori protagonisti, lo straordinario Erbario acquarellato opera del botanico Fra Zaccaria (1722-1814), frate francescano e studioso di botanica farmaceutica che, proprio al Collegio, donò la sua preziosissima biblioteca naturalistica: erbari composti di tavole con piante secche, dipinte o disegnate.
Il prezioso volume, vero e proprio giardino realizzato ad acquerello, certamente uno dei più importanti gioielli storico artistici del Collegio Alberoni e senza dubbio un interessante documento del gusto del tempo rintracciabile in base alla scelta delle essenze riprodotte nelle tavole, sarà svelato da Maria Rosa Pezza, ricercatrice di storia presso il Collegio Alberoni.

L’erbario dipinto di Fra Zaccaria da Piacenza

Fra Zaccaria (1722-1814), nato Francesco Berta a Piacenza, entrò nell'ordine dei francescani, a Borgonovo val Tidone, a 17 anni.
La passione per le piante fu il motivo dominante della sua vita. Essa iniziò presso la casa di Santa Maria di Campagna a Piacenza dove impiantò un orto botanico, poi maturò e si espresse all'Università di Ferrara dove fu per vent'anni Lettore dei Semplici. Il frate ritornò a Piacenza in tarda età e ultima dimora fu il Collegio Alberoni.
Di lui rimase la preziosa biblioteca, che donò al Collegio per gratitudine.
L'opera si presenta in formato in folio: si tratta di 148 pagine dedicate a specie e genere diversi. Tutte hanno proprietà officinali, la caratteristica che accomuna la maggior parte di esse è l'origine esotica.
Il primo gruppo è dedicato a piante dalle foglie carnose e dentate comunemente conosciute con il nome di aloe che appartengono a differenti famiglie, tutte importanti per la farmacopea.
Nonostante l'intento primario dell'opera non fosse quello estetico, molte tavole sono dedicate a specie comunemente conosciute e coltivate oggi come ornamentali, tra le quali ben 14 sono dedicate a gerani.
Diverse tavole sono dedicate a piante originarie dell'Europa e note per le loro proprietà medicinali. Interessantissima è la serie di piante originarie di altri continenti note per i loro frutti come la specie solanum alla quale appartengono i pomodori e poi esemplari di banano, ananas, vaniglia, cacao, anacardo.
Curiosa la presenza di insetti ospiti. In sei tavole sono rappresentati esemplari di farfalle, bruchi, ragni.

I colori dell’arte. La quarta puntata dedicata al verde

Oggi tutto sembra diventato green: green city, green economy, benzina green… basta aggiungere la parola green ed ogni cosa si trasforma in favorevole all’ambiente… eppure il ruolo del verde nella storia dell’arte non è sempre stato così positivo, anzi, come racconta Michel Pastoureau, uno dei massimi storici del colore al mondo, spesso è simbolo di ciò che è effimero e legato al caso, come la giovinezza, il gioco, il denaro.
Per gli antichi egizi era simbolo di fertilità, come racconta Susanne Toepfer, responsabile della collezione di papiri del Museo Egizio di Torino, e nelle epoche successive il verde della natura è stato sempre parte integrante del dialogo con l’architettura. Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco Archeologico di Pompei ci porta nella Casa dei Vettii a Pompei e nella Villa di Oplontis, dove incontriamo anche il “giardiniere d’arte” Maurizio Bartolini e l’archeobotanico Michele Borgongino che progetta i giardini del Parco Archeologico di Pompei. Dalla Roma Imperiale, un salto temporale ci porta a Villa d’Este a Tivoli, splendido esempio di giardino all’italiana, descritto da Andrea Bruciati, Direttore di Villa Adriana e Villa d’Este.
Nei secoli ai giardini reali sono stati affiancati giardini dipinti, come si può ancora vedere a Villa Giulia e a Villa Farnesina a Roma, dipinta da Raffaello, dove la docente botanica dell’Università Roma Tre Giulia Caneva ha individuato una sorta di erbario d’autore.
Del resto, i veri erbari erano già molto diffusi, ne abbiamo esempi preziosi al Collegio Alberoni di Piacenza, che racconta la ricercatrice Maria Rosa Pezza.
Non è stato da meno Leonardo da Vinci, che ricevette l’incarico di affrescare la volta della Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano, dove la Dirigente Ministero della Cultura Michela Palazzo e Claudio Salsi, Soprintendente del Castello Sforzesco, raccontano il suo grande progetto e le vicende che nei secoli hanno portato alla scomparsa e alla successiva riscoperta dell’opera del Maestro.
E proprio qui, con gli esperimenti di Leonardo, che emergono le difficoltà che l’arte ha spesso avuto con i pigmenti verdi, instabili tanto da cambiare colore in pochi decenni, o in altri casi pericolosi per la salute di chi li utilizzava, come ci raccontano Simona Rinaldi docente di storia dell’arte esperta di storia dei pigmenti, e Narayan Khandekhar Direttore Forbes Pigment Collection Harvard.
La ricerca del verde più adatto a rappresentare la natura lussureggiante è sempre stata centrale nella produzione dei colori, come raccontano Andrea Dolci della Storica Ditta Dolci a Verona, e Cosmo Barrois dell’Ecomuseo dell’ocra, Roussillon.
Il verderame, che imbrunisce per il contatto con l’aria è protagonista di opere meravigliose come Padre eterno in Gloria di Gaudenzio Ferrari che oggi sono un tormento per restauratori e conservatori, come spiegano la storica dell’arte Paola Manchinu e la conservation scientist Tiziana Cavaleri del Centro di Conservazione e Restauro La Venaria di Torino.
E quando, all’inizio del Novecento, cominciano ad essere prodotti i primi verdi sintetici, non era ancora chiaro quanto fosse pericoloso l’arsenico che permetteva di ottenere un verde così brillante, perché la meravigliosa varietà di verdi che finalmente erano a disposizione riempirono le tavolozze dei pittori di tutto il mondo, come racconta Vittoria Coen critica d’arte.


Art Night. Un nuovo modo di raccontare l’arte

A cura di Silvia De Felice e presentato da Neri Marcorè, fa parte, dal 2019, del ricco palinsesto di Rai 5 e vuole essere un nuovo modo di raccontare l’arte.
Il programma si configura come un vero e proprio viaggio attraverso le declinazioni dell’arte, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia all’architettura, all’arte contemporanea, realizzato con riprese di alta qualità e la voce diretta di artisti e di esperti italiani e internazionali.
Al centro di ogni appuntamento, documentari internazionali, produzioni originali e i grandi documentari d’arte dell’archivio Rai, che hanno come protagonista l’arte in tutte le sue espressioni, con un occhio di riguardo al patrimonio artistico italiano e alla sua tutela.
Spazio anche alle biografie di grandi artisti, all'approfondimento di correnti e periodi artistici e a riflessioni su temi trasversali come l'economia dell'arte, il sistema museale, la salvaguardia dei beni culturali e dell’ambiente.

Nella foto, l'Erbario dipinto di fra Zaccaria.

Pubblicato il 6 marzo 2023

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