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La Festa del Señor de los Milagros: un ponte che unisce le fedi

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“Siamo qui per dar lode al Señor de los Milagros (dei miracoli)”: così ha esordito il padre scalabriniano Salvatore Mazzitelli, cappellano delle comunità latino americane di Piacenza, nell’introdurre la festa della cappellania peruviana di Piacenza e del territorio che si è riunita in cattedrale, il 29 ottobre, a Piacenza. La Festa del Señor de los Milagros o de los Temblores (dei Terremoti) è la manifestazione religiosa più importante del Perù. “Ringraziamo il Padre Vescovo Adriano - ha proseguito Mazzittelli - che ci accompagna in questa celebrazione, chiediamo al Signore che ci protegga da tutte le calamità naturali e, in questo tempo, ci aiuti a promuovere la pace in tutto il mondo”.


Una festa portata nel bagaglio degli immigrati

Mons Cevolottto, nell’omelia, ha sottolineato la bellezza di vivere l’evento religioso alla presenza dei fratelli immigrati dal Perù, evidenziando come la comunità piacentina si arricchisca di feste fino a poco tempo fa sconosciute. “Il Vangelo di Gesù - ha affermato il Vescovo - prende il volto del contesto dei credenti che lo accolgono, ed è questa la novità della Buona Novella. Il forestiero, l’orfano e la vedova, come dice la Scrittura, - ha aggiunto mons Cevolotto - diventano una benedizione e uno spazio per la nostra conversione personale comunitaria”.
Rivolgendosi ai fratelli peruviani il Vescovo ha detto: “Vi è molto cara questa festa, la portate nel vostro bagaglio che vi accompagna, con tutto ciò che è necessario, per vivere in terra straniera. Il Señor de los Milagros è un dipinto del Cristo in croce - ha proseguito il Vescovo - realizzato nel 1650 da uno schiavo angolano nel quartiere di Pachacamilla a Lima, e la devozione ha preso avvio a partire dal fatto che esso è rimasto intatto nel terribile terremoto di qualche anno dopo, come pure di quelli che si succedettero a Lima, anche per questo è chiamato Señor de los Temblores. Il 28 ottobre, anniversario del terremoto del 1746, c’è la tradizione di portare la copia dell’immagine in processione passando per gli ospedali e per giungere al palazzo del governo e al municipio, e dal 2010 il Señor de los Milagros è stato proclamato patrono del Perù. Una festa - ha continuato il Vescovo - che si celebra con il colore liturgico viola, legato al ricordo dell’abito portato dalle religiose particolarmente legate al servizio di quel santuario, e anche a ricordare che comunque ogni festa ha in sé anche un tratto penitenziale e un invito alla conversione”.

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Il dipinto di uno schiavo

La riflessione di mons. Cevolotto ha poi evidenziato il valore del dipinto, fatto dalle mani di uno schiavo, che è rivolto a Cristo, colui che si è fatto servo, schiavo, e si è spossessato della sua vita per amore. “Gesù in croce, il servo di Jahvé - ha detto il Vescovo - è colui che ha rinunciato alla sua vita, e ci ricorda che l’amore non può essere incatenato. Questo schiavo proveniente dall’Africa, ha riconosciuto in Cristo il redentore, colui che riscatta la dignità di ogni uomo”. La meditazione di mons. Cevolotto si è poi soffermata sulle schiavitù che anche oggi viviamo, sulla presunta illusoria libertà che mortifica l’umano, rendendolo ancora schiavo. “In questo dipinto - ha affermato il Vescovo - viene dato risalto all’amore con la A maiuscola, quello di Gesù sulla la croce che, nel vangelo della liturgia odierna, parla del prossimo e di Dio come indissociabili. La croce rende vera questa unità, la manifesta nella forma più alta. Dio non chiede tanto - ha rimarcato - chiede tutto, e se si vuole amare veramente se stessi bisogna amare il prossimo che ci è messo accanto. Chiediamo al Señor de los Milagros - ha concluso mons. Cevolotto - di entrare in questo amore che supera ogni forma di separazione, di priorità e di misura. La via indicata da Gesù è l’amore di Dio e del prossimo, è via di libertà, di vittoria e di riscatto da ogni forma di schiavitù presente in noi”.


L' Ofrenda de Flores

La liturgia è proseguita con la processione dell’immagine sul sagrato del duomo dove si è svolta la danza e l’Ofrenda de Flores, il dono dei fiori davanti al Señor de los Milagros. La processione è poi continuata, con l’accompagnamento della banda musicale, fino alla chiesa di San Carlo degli Scalabriniani, in via Torta. La celebrazione a Piacenza è stata un riflesso della crescita della comunità peruviana in Italia, che ha visto un notevole aumento negli ultimi decenni. Questa crescita ha portato con sé tradizioni culturali e religiose che ora fanno parte integrante della tessitura della società italiana. La processione è stata uno dei momenti più toccanti, in cui la comunità peruviana ha seguito la sacra immagine del Cristo Crocifisso attraverso le strade della città. I devoti vestiti di viola, il colore tradizionale associato a questa celebrazione, hanno portano la statua su una portantina adornata con fiori e candele.

Condivisione della propria eredità culturale

La Festa del Señor de los Milagros è un esempio di come la devozione religiosa possa attraversare confini geografici e culturali per unire le persone. È stata un'occasione per la comunità peruviana di condividere la propria eredità culturale con la popolazione locale e un momento di riflessione e preghiera per tutti i partecipanti. In un mondo sempre più interconnesso, queste celebrazioni contribuiscono a promuovere la diversità e l'interculturalità, dimostrando che la fede e la devozione possono essere ponti che uniscono le persone, indipendentemente dalla loro origine.  

Riccardo Tonna

Nelle foto, il vescovo mons. Cevolotto alla Festa del Señor de los Milagros.

Pubblicato il 30 ottobre 2023

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