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Storie d'estate: il cuoco in Trebbia

Luca e Laura, da Genova a Fontanelle di Rovegno tra natura, famiglia e cucina

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Sono arrivati dieci anni fa a Fontanelle di Rovegno, lasciando Genova con il sogno di aprire un ristorante che potesse coniugare famiglia, natura e passione per la cucina: Luca Pirrello e Laura Cambiaso con “La Taverna” hanno dato vita non solo a un progetto di ristorazione, ma a un luogo di incontro e di promozione del territorio.
Lui architetto, responsabile dell’Ufficio tecnico della Fondazione “Auxilium” della Caritas genovese, lei impiegata nello stesso organismo, hanno scelto di trasferirsi con i figli che oggi hanno 18, 15 e 11 anni in alta Val Trebbia, agli estremi confini della diocesi di Piacenza-Bobbio.
“Avere un locale in città con tre bambini piccoli - per la spesa e per la gestione familiare - era impossibile. Qui abbiamo trovato la nostra strada, dichiarando subito alla clientela che il nostro intento era di viverla con la famiglia”, ci raccontano, seduti a uno dei tavoloni di legno dello chalet immerso nel verde, con il fiume che scorre poco più sotto.
Il pianoforte in sala e le chitarre appese alle pareti tradiscono un’altra passione. E non è raro che Luca, spenti i fornelli, si metta a suonare per i clienti.

“Abbiamo rilevato una pizzeria, l’abbiamo trasformata in ristorante e siamo stati liberi di fare i nostri esperimenti”.
Luca ha imparato a cucinare da autodidatta, studiando qualcosa di nuovo giorno dopo giorno. E ingaggiando i clienti in serate a tema in cui loro stessi valutavano i piatti e decretavano quali sarebbero entrati nel menù.
Gli inizi non sono stati semplici. “Per la Pasqua 2009 – raccontano – non avevamo neanche una prenotazione in agenda”. A nulla sono valse le telefonate ad amici e parenti. Una batosta. “
Scusate, fate ristorante? Ci siamo persi”: un gruppo di motociclisti fa capolino nel locale.
Poi arrivano un paio di famigliole in gita.
“È stata quella giornata che ci ha insegnato che quando ci metti cuore non importa la superficialità dei numeri, ma la sostanza del rapporto che sei riuscito a costruire. Anche ai camerieri, quando facciamo il colloquio, più che la tecnica chiediamo la sostanza, la capacità di interagire con i clienti”.
Dieci anni dopo, a Fontanelle di Rovegno sono diventati un’istituzione.

“Ero più esperto di marketing e grafica - non nasconde Luca -. La gente deve sapere che ci sei e avere un motivo per farsi 50 chilometri da Genova o 70 da Piacenza”.
Tra i primissimi nel settore, nel 2009 apre la pagina Facebook del ristorante. “È stata la mia fortuna. Abbiamo capito che ci voleva un prodotto riconoscibile: cosa ci piaceva fare? I ravioli. Abbiamo puntato su quelli. Ma un buon prodotto non è sufficiente oggi. Cosa servire insieme a un piatto di ravioli? Qui abbiamo la natura, il Trebbia, la baita. C’è il valore aggiunto della nostra famiglia. Abbiamo iniziato a raccontarci”.
Nasce quasi per scherzo il video del “cuoco in Trebbia”: Luca, in divisa da chef, si tuffa nelle limpide acque dei “laghetti”. Diventa virale. Da 2mila fan la pagina della Taverna passa a 14mila.
La gente si spinge fin quassù anche da Milano.

Barbara Sartori

Pubblicato il 5 agosto 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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