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Iolanda Poisetti: dal Cif alla San Vincenzo, una fede incarnata nella società

poisetti iolanda

La San Vincenzo. Il Centro Italiano Femminile. La passione per la partecipazione nel movimento femminile della DC. Sono tanti i campi di impegno, tra Piacenza e Milano, che hanno scandito la vita di Iolanda Poisetti Maggi (nella foto sopra), mancata a 87 anni dopo un malore che l'ha sorpresa sabato notte nella casa di campagna di Rivergaro. La parrocchia cittadina di Sant’Anna dà l’ultimo saluto ad una delle figure che hanno contribuito a portare avanti da responsabili la Società San Vincenzo de’ Paoli, la realtà associativa che ha preso l’eredità delle Conferenze di San Vincenzo fondate dal beato Federico Ozanam e che nella nostra città aveva visto una speciale fioritura nella parrocchia di via Scalabrini per opera del professor Giuseppe Berti. Una storia di carità che Iolanda aveva abbracciato appieno. “San Vincenzo e Giuseppe Berti ci hanno insegnato che solo diventando poveri con il povero si può sconfiggere la miseria e la povertà”, raccontava in un’intervista al nostro settimanale nel 2019.

La carità respirata sin da bambina

Sposata con Piero Maggi, vedova, mamma di Guido ed Ilaria - lui consacrato tra i memores Domini di Cl e a lungo impegnato all'Università Cattolica del Perù, lei trasferitasi a Lecce dopo il matrimonio con Marcello -, Iolanda da qualche anno faceva i conti con problematiche di salute che progressivamente l’hanno limitata negli spostamenti. Ma non avevano minato affatto la sua determinazione, la passione per le relazioni, la capacità di accoglienza. Un aspetto respirato sin da piccola in famiglia, da papà Eugenio e mamma Margherita. Iolanda era la primogenita della coppia - dopo di lei arriveranno Enrico, Elena e Piergiorgio - ed anche la memoria storica della storia familiare, sin da quando erano stati costretti per la guerra a lasciare Piacenza per sfollare a Mottaziana, dove aveva iniziato le scuole elementari. Nella casa di via Sopramuro 48 - ricorda la sorella Elena - la porta era sempre aperta per chi aveva bisogno: il papà Eugenio, docente di matematica e fisica al “Gioia”, era attivo nella Conferenza di San Vincenzo e la mamma, pur non partecipando in modo formale, non mancava mai nell’attenzione alle persone in difficoltà. Il campanello suonava di continuo: persone con le necessità più diverse, inclusa una donna senza dimora che viveva lungo le mura del Facsal. Iolanda è cresciuta dentro un'educazione alla carità fatta più di gesti che di parole - "quante telefonate per cercare lavoro all'uno e all'altro...” - e la logica della porta aperta ha animato anche la sua vita da sposa, madre e nonna.

Iolanda Poisetti

Iolanda Poisetti in una foto del 2013 di fronte alla sede della San Vincenzo all'oratorio di Sant'Anna.

Il Cif, il movimento femminile Dc, la San Vincenzo

Dopo le elementari e le medie dalle suore Orsoline, si era diplomata in ragioneria ed iscritta alla Facoltà di Economia e Commercio all’Università Cattolica a Milano. Il papà era mancato nel 1962 e lei si è subito messa al lavoro per rendersi indipendente, insegnando per esempio al Marconi e al Pascoli. Nel 1965 il matrimonio con Piero e il trasferimento a Milano, dove lui era impegnato nell’Unione Commercianti. Con la nascita di Guido nel ’66 e di Ilaria nel ’68 per Iolanda è naturale la scelta di dedicarsi alla famiglia. Una scelta convinta, libera, mai avulsa però dall’impegno attivo sul fronte sociale, nel Centro Italiano Femminile (è stata  presidente della Lombardia e consigliera nazionale, oltre che attiva aderente della sezione piacentina) e nei Consigli di quartiere. Ai tempi degli studi universitari si era appassionata di politica, coinvolta da amiche più grandi del Movimento femminile della Dc, come Ida Paola Masera, Ginetta Cordini e Gianna Poggi.

La preghiera dell'offerta

Quando il marito Piero si ammala - morirà nel 2000, a nemmeno settant’anni - decidono di far rientro a Piacenza. Per Iolanda è una nuova stagione di impegno, tra la San Vincenzo in Sant'Anna, il Cif piacentino e il Forum delle associazioni familiari. Donna diretta, schietta, capace di grandi slanci, aveva tenuto a battesimo diversi bimbi di famiglie che aveva conosciuto nel suo servizio caritativo. “Nonna, possiamo venire a fare i compiti da te?”, le chiedevano. Iolanda riferiva questi ed altri aneddoti ai familiari nelle telefonate che – dopo i problemi di salute – erano diventate la sua principale fonte di comunicazione con l’esterno, insieme al computer, con il quale si destreggiava alla grande. 

Sull'immaginetta ricordo, dietro la foto che la ritrae nel 2019 in un momento felice in Puglia, i figli hanno scelto di scrivere la "Preghiera dell'offerta" di don Luigi Giussani, la stessa recitata nel rosario, in collegamento on line con tanti che hanno conosciuto Iolanda e hanno voluto partecipare alla preghiera in suffragio per lei. Una invocazione che Iolanda ha sentito sua, negli anni della fragilità, fino all'ultimo respiro.

«Signore,
riconosco che tutto da te viene,
tutto è grazia,
gratuitamente dato,
misterioso,
che non posso decifrare,
ma che io accetto secondo le circostanze
in cui si concreta tutti i giorni,
e te lo offro,
e tutte le mattine te lo offro,
e cento volte al giorno,
se tu hai la bontà di farmelo ricordare,
io te lo offro».

Pubblicato il 20 agosto 2025

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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