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La donna e il fariseo in lotta dentro di noi

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Quella di oggi è una storia di vita che però rischia di oltrepassarci senza scalfire veramente il cuore.
Uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui e il Maestro si mise a tavola. Ecco una donna, una peccatrice della città che saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
È la storia del cuore di un uomo indurito, capace solo di vedere con gli occhi senza lo sguardo intimo profondo.
La donna con i suoi gesti invece accudisce e si prende cura come fa una madre, come fa una Chiesa che raduna i suoi figli.
La nostra salvezza è ai livelli dei piedi di Gesù, non ci viene chiesto di salire altezze mistiche o di avere chissà quali referenze. Il Signore ci chiede di portare noi stessi così come siamo, all’altezza in cui siamo.
Questa donna e questo fariseo sono dentro di noi dove si combatte una lotta acerrima tra il sentimento dell’una e quello dell’altro. Entrambi hanno bisogno della salvezza di Cristo, di esserne conquistati.
Indipendentemente dalla parte che decidiamo di nutrire e dal cuore che abbiamo, noi vogliamo essere conquistati da Cristo e lasciarlo essere Signore del nostro cuore?
Se è questo che realmente desideriamo, qualunque sia stata la nostra partenza sarà reso possibile.

Questa donna desiderava il riscatto della sua vita attraverso Cristo, grazie alla carità che copre una moltitudine di peccati. Umiliarsi e vedere che Gesù Cristo si mette al tuo stesso livello perché tu lo possa toccare e così ricevere la forza da quel bacio e da quelle carezze.
Ecco il fariseo dona cose materiali, la donna mette sul piatto se stessa e davanti a questo gesto, cade ogni giudizio.
Lo dico per noi che guardiamo all’esteriorità e all’apparenza.
Cerchiamo invece di vedere chi mette il cuore nelle cose! Mettiamo questo dettaglio nuovo sulla nostra mensa!
La donna diventa strumento di conversione per questo fariseo, la vita cristiana è una vita ecclesiale dove ci si salva tra fratelli. Solo attraverso questa donna tanto disprezzata, il fariseo capirà che cosa vale nella vita.
È bello pensare che la nostra vita per quanto insignificante sia, quando è consegnata a Cristo diventi salvezza per gli altri.
L’amore chiama il perdono e il perdono fa entrare l’amore nei cuori induriti. La donna è sta rimessa in piedi e il fariseo è stato messo in ginocchio ma entrambi salvati.
Consegniamo senza vergogna i nostri peccati e il nostro Io al Signore e chiediamogli di restare, facendo anche sgorgare le lacrime!

Estratto dalla Lectio mattutina di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo
del 19 settembre 2019, Lc 7,36-50

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 26 settembre 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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