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«La Parola sotto le stelle» torna il 23 luglio

franguelli

Proseguono al Preziosissimo Sangue gli incontri del miniciclo “La Parola sotto le stelle” organizzato da Azione Cattolica per tutti i giovedì del mese di luglio, incontri che guidano alla scoperta di personaggi ed episodi minori della Bibbia.
Il 16 luglio, il gesuita padre Bruno Franguelli ha condotto i presenti alla scoperta del significato dell’episodio dell’Adultera tratto dal Vangelo di Giovanni (Giov. 8, 4-11). Il prossimo e ultimo appuntamento è previsto per giovedì 23 luglio.

Le particolarità del Vangelo di Giovanni

Il vangelo di Giovanni, ha ricordato padre Franguelli, è tardivo e diverso dai tre sinottici, è più scandaloso, per certi versi, perché Gesù è spesso in conflitto con la religione e con i poteri del suo tempo. Ma nell’episodio dell’Adultera Gesù perdona la peccatrice senza rinnegare la legge. Si tratta di un episodio che manca negli scritti più antichi e che pare essere stato aggiunto in epoca tardiva. Per quale motivo? “Nella Chiesa antica il peccato di adulterio era uno dei più gravi -. ha spiegato padre Bruno Franguelli - Chi lo commetteva veniva cacciato dalla comunità e doveva subire una penitenza durissima. Alcuni studiosi, quindi, pensano che questo passaggio sia stato tolto dagli scritti più antichi perché il perdono di un tale peccato pareva davvero scandaloso”. Un altro problema che riguarda il passo di Vangelo è l’effettiva paternità della scrittura, non tutti concordano che l’autore sia proprio Giovanni, ci sono alcune espressioni in particolare, ha commentato padre Franguelli, che ricordano piuttosto i sinottici.


Il Dio della Misericordia

Ad ogni modo, ha sottolineato padre Bruno Franguelli, l’episodio dell’Adultera è ricco di significato e offre una immagine ben precisa di Gesù: il Cristo Misericordioso, che sa distinguere tra peccato e peccatore e sa perdonare. Gli uomini che vogliono condannare l’adultera, hanno in realtà la volontà di mettere in difficoltà Gesù: “La donna viene posta in piedi nel mezzo - ha detto padre Franguelli - come si usava per gli interrogatori giudiziari, ma il vero interesse degli accusatori non è la donna, è lo stesso Gesù, si vuole metterlo in una posizione scomoda: se Gesù assolve la peccatrice va contro la legge di Mosè, se invece la condanna si compromette con il popolo”. Ma Gesù senza timore si china e scrive per terra: “Alcuni studiosi hanno considerato questo atteggiamento come atto di imperturbabilità - ha proseguito padre Bruno - ma possiamo leggerci anche un richiamo a Geremia 13 dove si dice che i nomi dei peccatori sono iscritti nella polvere. Sono tanti anche gli esegeti che pensano che lo scrivere di Gesù sia un gesto profetico”.
“Gesù scrive con le dita, come Dio nell’Antico Testamento scrive le tavole della Legge - ha proseguito padre Franguelli -. In questo episodio Gesù sta scrivendo l’Amore, la Misericordia, la sua legge è questa”. Gesù, dopo aver terminato di scrivere, non risponde alle provocazioni, ma invita coloro che ritengono di essere senza peccato a scagliare una pietra riportando così gli accusatori alla coscienza e restituendo nello stesso momento la dignità alla donna, ridandole la libertà di riprendere il proprio cammino, di essere protagonista della propria vita: “Gesù non giudica nessuno -. ha concluso padre Bruno Franguelli - È venuto per i peccatori, non per i santi. Gesù fa giustizia perdonando, sceglie la misericordia senza mettersi contro la legge perché sa distinguere il peccato dal peccatore. L’unica cosa che ci è richiesta è di accettare la nostra miseria sapendo che Gesù è incline alla misericordia. Così anche noi potremo provare compassione per i fratelli e amarli fino alle viscere”.

Mariachiara Lunati

Pubblicato il 17 luglio 2020

                    

                                                                                                                                               

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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