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«Fermiamo il male partendo da noi stessi»

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Dalle Scritture oggi vediamo un popolo, quello di Israele, in esilio e lontano interiormente dal suo Dio.
Ci sono situazioni che si ripetono nella storia e che ci portano lontano dalla nostra famiglia, dalla nostra terra d'origine.
Questo tempo può diventare un momento privilegiato per riappropriarci della nostra vita interiore poiché nulla di quanto donato è scontato.

 

La vita è cosa seria, ha un cuore che batte e che può smettere di pulsare già prima della morte, allontanandoci da Dio e pensando solo a noi stessi.
La prima consapevolezza sul nostro legame con Dio è il suo essere fonte di vita.
Non possiamo vivere da soli, ma dobbiamo porci in ascolto.
E invece siamo diventati sordi.
Anche in questi giorni, in cui ci vengono chieste restrizioni alla nostra libertà personale in nome di una ragione grande, non ce ne curiamo. Pensiamo al tornaconto e non al bene comune, alla convenienza personale, al vantaggio.

La storia di Israele è la nostra storia.
Siamo lontani, abbiamo sbagliato a separarci gli uni dagli altri e tutti quanti da Dio.
Come riparare a questo male?
Il male va fermato con la misericordia, con la compassione. Bisogna partire dall'analizzare se stessi.
Non condannate, non giudicare e non sarete condannati e giudicati.
Fermiamo il male partendo da noi stessi, preoccupandoci della trave posizionata nel nostro occhio.
Non restiamo ciechi!
Riconosciamo il nostro errore, compiamo gesti concreti di carità e perdono. Apriamoci all'altro.
Formiamo una catena di bene.
Convertiamoci ai richiami dell'amore, spogliamoci della malizia e diamo fiducia e simpatia.
Abbiamo bisogno di uomini e donne che sappiano farsi carico del dolore del mondo per far fronte alla miseria di un’umanità che non sa fermarsi.
Partiamo da noi stessi. Ed è un'occasione unica per salvarci dalle tenebre.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 9 marzo 2020, Lc 6,36-38

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 6 marzo 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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