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Veglia pasquale: protagonista la veste bianca

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“Nelle parole dell’annuncio pasquale il plurale sostituisce quell’io che da solo si smarrisce”: sono le parole del vescovo mons. Adriano Cevolotto che ha presieduto, il 30 marzo, in cattedrale a Piacenza la Veglia Pasquale, il momento più intenso e significativo della liturgia cristiana.

La luce nel buio
La celebrazione ha avuto inizio nel buio della notte, segnando simbolicamente il passaggio dall'oscurità alla luce. I fedeli, radunati nel silenzio e nell'attesa, hanno assistito all'accensione del fuoco nuovo all'ingresso della cattedrale, simbolo di Cristo risorto che disperde le tenebre del peccato con la sua luce. Da questo fuoco è stato acceso il cero pasquale poi portato in processione all'interno della cattedrale, e la luce di Cristo si è gradualmente diffusa tra i fedeli, ognuno dei quali ha acceso una piccola candela dal cero.
Protagonisti della liturgia due gruppi di persone rivestite con la veste bianca: i neocatecumeni, i più numerosi, che hanno terminato un cammino di riscoperta del loro battesimo, e cinque catecumeni che nella celebrazione pasquale, sono stati immersi nella morte e risurrezione di Gesù per una vita nuova.

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Gesù ci precede
Nell’omelia mons. Cevolotto si è soffermato sul significato della veste bianca, segno del battesimo e della comunione con Gesù.
“L’immagine della veste - ha detto il Vescovo - dice in modo chiaro che la stessa non può andarci bene nelle diverse stagioni della vita. È la metafora della fede che o aderisce alla nostra persona in cambiamento, oppure diventa irrilevante, rischiando di appartenere a quel passato che si tira fuori per le grandi occasioni, in realtà poche perché abbiano dimenticato la data del nostro battesimo. Festeggiamo il compleanno, qualcuno l’onomastico, ma il battesimo, per lo più, è fuori dalle date significative della nostra vita”.
Riflettendo sulla figura del giovane vestito di una veste bianca che si è letto nel Vangelo, mons. Cevolotto, ha evidenziato come questo personaggio enigmatico rappresenti la giovinezza della vita, della fede, e dalla sua bocca esce un invito a non avere paura perché Gesù il crocifisso è risorto e precede in Galilea.
“Gesù precede - ha rimarcato il Vescovo - e non si deve portare, perché nessuno lo può possedere. si tratta invece di riconoscerlo e lasciarsi sorprendere da lui. Stasera che torno a casa - ha sottolineato il presule - domani fra i miei conoscenti, e poi al lavoro, alla scuola, lì ho l’appuntamento con la sua volontà di incontrarmi e di salvarmi. In particolare là dove l’umano invoca considerazione, attenzione, dove la carità è la grammatica dell’incontro, dove la fraternità è più minacciata. Prima ancora che essere luoghi dove portare qualcosa, sono occasioni nelle quali posso godere del suo prendersi cura di me e della mia fede”.
Rivolgendosi ai catecumeni, mons. Cevolotto ha poi evidenziato la testimonianza della grazia rappresentata da una comunità che non veste i panni della perfezione, ma che, convertita e non con falsa modestia, continua a considerarsi per prima peccatrice e quindi bisognosa di misericordia.
“Buona pasqua - ha concluso il Vescovo - perché il crocifisso risorto ci doni la gioia di riprendere il cammino nella condivisione della fede, nel narrarci gli uni agli altri che è vivo e che abita gli spazi del tempo che è dato”.

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Diffondere la luce di Cristo nel mondo
È seguita poi la liturgia battesimale, preceduta dalla professione di fede dei cinque catecumeni, uomini e donne che, dopo un percorso di preparazione e discernimento, hanno risposto con fermezza alla chiamata alla vita cristiana. Al termine del rito battesimale, a ciascuno dei neo battezzati è stata consegnata una candela accesa dal cero pasquale e la veste bianca, segno della nuova dignità acquisita come figli di Dio.
La celebrazione ha poi visto il momento della Confermazione, sacramento che conferisce lo Spirito Santo e completa l'iniziazione cristiana. Ai cinque neo battezzati si sono uniti altri tre catecumeni, anch'essi pronti a ricevere lo Spirito Santo mediante l'unzione del sacro crisma.
La celebrazione è proseguita con la liturgia eucaristica, cuore della Veglia Pasquale, in cui la comunità, rinnovata dalla gioia della risurrezione e dall'accoglienza dei nuovi membri nella fede, si è unita nell'offerta del pane e del vino, segni del corpo e del sangue di Cristo. Questa condivisione dell'eucaristia ha sigillato l'impegno comune a vivere secondo il messaggio di amore, di speranza e di servizio che scaturisce dal mistero pasquale.
Al termine della Veglia Pasquale, il Vescovo Cevolotto ha benedetto i fedeli inviandoli, con il congedo pasquale, a diffondere la luce di Cristo nel mondo.

Riccardo Tonna

Nelle foto, la Veglia di Pasqua in cattedrale a Piacenza presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto.

Pubblicato il 31 marzo 2024

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